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NATALE

Pesce per la Vigilia, per Coldiretti lo metteranno in tavola 7 italiani su 10

Vince il nazionale, tra anguille, alici, vongole e capitone, ma il 63% mangerà anche salmone estero. Importante leggere l’etichetta sul bancone
Coldiretti, Confagricoltura, NATALE, PESCE, VIGILIA, Non Solo Vino
Il pesce rimane la scelta più gettonata per la cena della Vigilia

Vigilia di Natale rigorosamente a base di pesce: più di 7 italiani su 10 (71%) lo metteranno in tavola domani sera, secondo un’indagine Coldiretti/Ixé, a conferma di una tradizione molto radicata nel nostro Paese. Le festività spingono una ripresa degli acquisti, dopo la flessione registrata nei primi nove mesi dell’anno, con un calo del 7% per il pesce fresco (dati Ismea). Sulle tavole per le feste è forte la presenza del pesce nazionale, a partire da alici, vongole, sogliole, triglie, anguilla, capitone e seppie, ma il 63% degli italiani assaggerà il salmone arrivato dall’estero, appena il 10% si permetterà le ostriche e il 7% il caviale, spesso di produzione nazionale, che viene anche esportato.
La scelta di prodotto locale a filiera corta garantisce freschezza e qualità ma scegliere pesce italiano aiuta anche a sostenere un settore che vede impegnate, secondo Impresapesca Coldiretti, 12.000 imbarcazioni, colpite quest’anno da un drammatico aumento dei costi del gasolio, ma anche dalle scelte dell’Unione Europea, che colpiscono alcuni dei segmenti trainanti del comparto. La top ten delle produzioni è guidata dalle alici, seguite da vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada, gallinelle e sugarelli.
Un altro settore importante del made in Italy è quello dell’acquacoltura, sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Puntare su questo comparto migliora l’autosufficienza alimentare nazionale per i prodotti ittici e contribuisce a colmare il divario tra consumo e produzione di piscicoltura sostenibile nell’Unione europea. Lo evidenzia l’Api (Associazione Piscicoltori Italiani/Confagricoltura), intervenendo alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. Nel 2021, l’acquacoltura ha prodotto 180.000 tonnellate di prodotti ittici tra pesci e molluschi, con un fatturato di 500 milioni di euro negli 850 siti produttivi, concentrati per il 60% al Nord, il 15% al Centro e il 25% al Sud.
Secondo Marco Gilmozzi, vicepresidente Api - Associazione Piscicoltori Italiani/Confagricoltura, serve un intervento rapido da parte del Governo sui costi energetici: “Il perdurare del conflitto russo-ucraino - spiega - ha acuito notevolmente i costi energetici per le nostre aziende, che hanno consumi estremamente elevati. Chiediamo di inserire nell’elenco delle imprese energivore quelle che svolgono l’attività di acquacoltura in impianti a terra utilizzando acqua dolce, salmastra o salata. Per raggiungere una maggiore efficienza energetica sarebbe anche necessario consentire impianti fotovoltaici innovativi su strutture come vasche o bacini d’allevamento”.
In Italia si allevano, in grande biodiversità, 25 specie ittiche in ambienti diversi. Il pesce più allevato è la trota, seguono orata e spigola. Si producono anche 130 milioni di avannotti di specie ittiche marine pregiate e siamo leader europei per il caviale di storione. “Proprio per questi motivi - aggiunge il direttore dei piscicoltori Confagricoltura, Andrea Fabris - occorre fornire un’informazione chiara ai consumatori indicando l’origine (da pesca o allevamento) e il Paese di provenienza del pesce, alla stregua di quanto è già d’obbligo per la vendita al dettaglio nei supermercati o nelle pescherie”.
Ma come si sceglie il pesce fresco? Per non cadere nelle trappole del mercato in una situazione in cui la grande maggioranza dei pesci in vendita provengono dall’estero, il consiglio della Coldiretti è di guardare l’etichetta sul bancone dove deve essere specificato il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato …”), il tipo di attrezzo oggetto della cattura e la zona di cattura o di produzione (Mar Adriatico, Mar Ionio, Sardegna, anche attraverso un disegno o una mappa). Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”.
Per garantirsi la qualità il pesce fresco deve avere inoltre una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne, mentre per molluschi e mitili è essenziale che il guscio sia chiuso. Se nelle festività di Natale si registrano le punte massime, in Italia il consumo di pesce è pari ad oltre 28 chilogrammi a testa durante l’anno, superiore alla media europea di 25 chili e a quella mondiale di 20 chili.

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