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AGRICOLTURA

Se all’inflazione si uniscono le bizzarrie del clima: il caso del Pomodoro di Pachino Igp

Il Consorzio: prezzi finali troppo alti, nonostante i prezzi irrisori per i produttori. E con il caldo il prodotto matura presto, ma non ha mercato
AGRICOLTURA, CLIMA, MERCATO, POMODORI DI PACHINO, Non Solo Vino
Se all’inflazione si uniscono le bizzarrie del clima: il caso del Pomodoro di Pachino Igp

L’inflazione pesa, e come già raccontato dai dati Ismea, tanti italiani, trovandosi a pagare prezzi al consumo più alti che in passato, tagliano sulle quantità acquistate, praticamente in ogni comparto, con una forbice che, nei primi 9 mesi 2022, va dal -1% del latte al -31% del pesce fresco. A risentirne, spesso accade, è l’anello primario e più debole della filiera, quello dei produttori agricoli. Che, in più, stanno facendo i conti non solo con un aumento pesante dei costi di produzione, ma anche con una clima che non solo sballa i ritmi di tante coltura, ma inceppa anche i meccanismi di mercato, complicando la gestione dei tempi di maturazione, raccolta e distribuzione. Ne è un esempio concreto la crisi che sta vivendo uno dei prodotti di eccellenza dell’orto frutta italiana, il Pomodoro di Pachino Igp. Con i produttori che, secondo il Consorzio, si ritrova con tonnellate di prodotto invenduto, prima di tutto per motivi economici, ma anche climatici. “Abbiamo tonnellate e tonnellate di pomodori rimasti sulle piante e pochissimi ordini da parte della grande distribuzione. Con questo inverno così atipico, in cui si rilevano temperature di addirittura 22 gradi, il prodotto matura velocemente e deve essere raccolto, ma senza acquirenti andrà in gran parte perduto”, è l’appello del presidente del Consorzio, Sebastiano Fortunato.
La causa di questa situazione, spiega Fortunato, prima di tutto, “è il prezzo al consumatore finale, che continua ad essere molto elevato malgrado i prezzi decisamente irrisori proposti ai produttori per acquistare il prodotto, talvolta addirittura inferiori al costo di produzione. Molti produttori rischiano la chiusura se non si interviene in modo deciso e concreto per cambiare la situazione”. Ma poi c’è anche il clima anomalo, che complica le cose.
“Facciamo appello al nuovo Governo, che tanta sensibilità e attenzione ha mostrato verso le istanze del made in Italy, affinché ci aiuti a superare questa drammatica situazione, al fine di scongiurare la chiusura di centinaia di imprese siciliane che vivono esclusivamente sulla produzione del pomodoro. Ci sono limiti precisi che regolano il prezzo minimo di acquisto del prodotto, ma quasi mai vengono rispettati, ignorando in nome del profitto i sacrifici, la dedizione e la fatica dei tanti produttori locali che fanno ogni giorno sforzi enormi per portare sulle tavole degli italiani un prodotto unico, tra i più conosciuti e amati in tutto il mondo. A questo - sottolinea Fortunato - si aggiungono rincari energetici assolutamente inaccettabili e la concorrenza sleale del pomodoro proveniente dall’estero, dove il costo della manodopera incide sul prodotto solo per un 10% sul 60% dell’Italia”. Intanto, in Sicilia, si sono accesi i riflettori sulla crisi e già questo venerdì 5 gennaio 2023 il Consorzio Pachino Igp parteciperà, insieme ad istituzioni locali e addetti al settore, all’incontro “Agricoltura. Ascolto e prospettive”, organizzato per delineare le principali azioni da sottoporre al Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida”.

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