Il 2022, ormai in archivio, passerà alla storia come l’anno in cui la Russia, invadendo l’Ucraina, ha precipitato l’Europa nell’incubo della guerra. Da quel 24 febbraio le tensioni geopolitiche hanno creato una inevitabile frattura tra Mosca e Occidente, innescando nelle settimane successive una corsa senza freni dei prezzi di gas, petrolio e materie prime, comprese quelle agricole. Il risultato è stata una dinamica inflattiva che, in Italia, non si vedeva dal 1985, con i prezzi al consumo che, in media, hanno registrano una crescita pari all’8,1%. Diverso l’andamento degli alimentari: a dicembre 2022, infatti, l’aumento dei prezzi dei prezzi dei beni alimentari non lavorati segnava il +9,5% (in calo dal +11,4% di novembre), e quello dei beni alimentari lavorati il +14,9% (in crescita dal +14,3% della rilevazione precedente).
Il carrello della spesa, così, si è fatto sempre più pesante, e tra gli scaffali della Gdo gli italiani sono costretti a tagliare gli acquisti. Secondo i dati Istat sul commercio al dettaglio, a novembre 2022 gli acquisti alimentari sono crollati del 6,3%, per un calo a volume del 3,6%, che si traduce in un taglio di 1.053 euro annui a famiglia, ossia una perdita potenziale di 27,1 miliardi di euro. Ne risente anche il vino, ma in maniera diversa: crescono i prezzi medi, di tutte le tipologie, con i valori al ribasso ma senza precipitare, mentre calano in maniera consistente i volumi, come raccontano i dati Iri sulle vendite enoiche in iper, supermercati e libero servizio pubblico (minimarket) nel 2022, analizzati da WineNews.
Il vino, nel suo complesso, nel 2022 dovrebbe aver superato i 14 miliardi di euro di giro d’affari, di cui 8 generati dall’export, certificando - casomai ce ne fosse bisogno - il primato dei mercati esteri sul mercato interno. Dove, superate definitivamente le limitazioni imposte dalla pandemia, i consumi sono tornati alla loro normalità, e a farne le spese sono proprio gli acquisti allo scaffale, che ancora nei primi mesi del 2021 segnavano crescita record (+20% a valore).
Nei 12 mesi del 2022 il vino venduto in iper, supermercati e minimarket ha raggiunto il valore complessivo di 2,86 miliardi di euro di vendite (dai 3 miliardi del 2021, -4,6%), di cui 2,2 miliardi di euro solo di vini fermi, con un calo del -1,8% sul 2021, mentre gli spumanti hanno tenuto, perdendo solo lo 0,2%, e chiudendo con un giro d’affari di 653 milioni di euro. In termini di prezzo medio, i vini fermi crescono del 4%, a 3,36 euro al litro, e gli spumanti del 4,8%, a 6,64 euro al litro. Perde qualcosa in più la sotto categoria del Prosecco, che vale poco meno della metà di tutti gli spumanti, ossia 314 milioni di euro (-1,6%). Peggio i vini fermi in bottiglia da 750 ml, che valgono 1,68 miliardi di euro, ma in calo del -2,6% sul 2021.
A volume, invece, il totale vino supera i 755 milioni di litri, con il vino fermo a 657,3 milioni di litri, ossia il 5,6% in meno dell’anno precedente, e più della metà delle vendite - pari a 342,7 milioni di litri - che riguardano la bottiglia da 750 ml, la categoria che segna la performance peggiore, con il -6,9%. Calo ancora più sostenuto per il Prosecco (-9,8%), capace però di mettere a segno una crescita del prezzo medio del 9%, pari a 7,19 euro al litro.
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