Il commercio mondiale di vino, nei 12 mesi che vanno da settembre 2021 a settembre 2022, ha raggiunto il massimo fatturato di sempre: 37,23 miliardi di euro, in crescita del 10,5% sui 12 mesi precedenti, nonostante un calo dei volumi dell’1,6%, a 106 milioni di ettolitri, che si traduce in un aumento del prezzo medio del 12,3%, toccando i 3,49 euro al litro, il più alto mai registrato, come racconta l’analisi dell’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino sui dati delle dogane dei diversi Paesi.
Dopo il rimbalzo del 2021, quando il commercio enoico globale in pochi mesi ha ristabilito, e poi migliorato, i numeri del periodo pre pandemico, il 2022 era atteso come anno di consolidamento. Una speranza durata poco, visto che il mondo è precipitato presto nell’incertezza causata dall’invasione russa dell’Ucraina, che ha portato con sé la crisi degli approvvigionamenti energetici e l’aumento dei prezzi delle materie prime, con l’inflazione che ha toccato livelli altissimi in tutto il mondo, specie in Europa. La conseguenza, per il commercio mondiale di vino, è che i valori sono cresciuti per 20 mesi consecutivi, da febbraio 2021 a settembre 2022, così come i prezzi medi, mentre i volumi segnano un calo costante nei 6 mesi che vanno da gennaio 2022 a settembre 2022.
Gli undici principali Paesi produttori di vino rappresentano l’87% delle esportazioni a livello globale, e solo due - Australia (-3,1%) e Sudafrica (-3,8%) - hanno segnato un calo dei prezzi medi nel periodo esaminato dall’Oemv, con il Portogallo che registra una crescita decisamente inferiore alla media (+1,7%), e un aumento dei volumi esportati limitato a soli tre Paesi: Italia, Cile e Sudafrica, mentre l’Australia è l’unico Paese a registrare un calo anche dei fatturati.
A volume, il primo Paese esportatore al mondo è l’Italia, che supera la Spagna con 22,1 milioni di ettolitri (+1,7%), contro i 21,6 milioni di ettolitri degli iberici (-9,2%), che segnano il calo assoluto peggiore: -2,2 milioni di ettolitri. Più distante la Francia, a quota 14,3 milioni di ettolitri di vino esportato nei 12 mesi (-2,6%), ma saldamente al primo posto per valori, con 12 miliardi di euro di fatturato export (+11,5%), con l’Italia che consolida il suo secondo posto, a quota 7,8 miliardi di euro (+10,9%), e la Spagna sempre sul terzo gradino del podio, con 3 miliardi di euro di fatturato export ed una crescita più lenta dei suoi competitor: +3,3%.
Anche in termini di prezzo medio la Francia, che sui mercati esteri fattura più della somma di Italia e Spagna, stacca tutti, volando a quota 8,46 euro al litro (+14,4%), mentre il vino italiano arriva a 3,53 euro al litro (+9,1%) e quello spagnolo a 1,40 euro al litro (+13,8%), ancora una volta il più basso tra i Paesi analizzati, persino più del vino di Sudafrica (1,42 euro al litro) e Cile (2,09 euro al litro).
Ben distanti dai top player, il Cile mette a segno nel periodo settembre 2021-settembre 2022 la crescita a valore maggiore (+17%), confermandosi come quarto fornitore al mondo, con un giro d’affari di 1,86 miliardi di europer 8,8 milioni di ettolitri (+7%). L’Australia, al quinto posto, deve fare invece i conti con un calo su entrambi i fronti, del valore (-4,5%, a 1,4 miliardi di euro) e del volume (-1,4%, a 6,46 milioni di ettolitri). La crescita maggiore in termini di volumi è invece ascrivibile al vino del Sudafrica, le cui esportazioni hanno segnato il +16%, a 4,82 milioni di ettolitri, che portano il produttore africano davanti a Portogallo, Germania, Usa, Nuova Zelanda e Argentina. Usa che, però, salgono al sesto posto tra i Paesi che fatturano di più dall’export, a quota 1,39 miliardi di euro (+12,5%), registrando anche la crescita maggiore in assoluto del prezzo medio: +31,3%, a 4,77 euro al litro.
Un altro aspetto interessante, che emerge dall’analisi Oemv, è quello che guarda al mercato globale del vino nelle diverse tipologie. Nella categoria degli spumanti l’Italia consolida la sua leadership, con 5,21 milioni di ettolitri di bollicine esportate nei 12 mesi (+8,8%), più del doppio della Francia, che cresce fino a 2,41 milioni di ettolitri (+11,1%), con la Spagna ancora sul gradino più basso del podio, a quota 1,79 milioni di ettolitri. A valore, il primo posto della Francia è indiscutibile, con un fatturato di 4,6 miliardi di euro dalle bollicine (+24,2%), e un prezzo medio di 19,07 euro al litro. L’Italia segue a distanza siderale, con 2,1 miliardi di euro di fatturato e un prezzo medio di 4,04 euro al litro, e ancora più indietro c’è la Spagna, con 502,7 milioni di euro e un prezzo medio di 2,81 euro al litro.
Anche nella categoria dei vini fermi imbottigliati resiste il primato dell’Italia, con 12,54 milioni di ettolitri (-0,1%), di nuovo davanti alla Francia, che supera di poco i 10 milioni di ettolitri (-1,2%), e alla Spagna, con 7,17 milioni di ettolitri e il calo più grande tra i maggiori player del vino mondiale: -9,6%, all’interno di un trend generalmente negativo, se si eccettuano i numeri di Cile, Argentina, Sudafrica a Usa. A valore, è ovviamente la Francia a guadagnare la testa del ranking, con 7,15 miliardi di euro di fatturato dall’export di vino fermo imbottigliato (+5,7%), più dell’Italia, che chiude a quota 5,25 miliardi di euro (+8%), e della Spagna, a 1,88 miliardi di euro (+1%). In termini di prezzo medio, la Francia ha registrato una crescita del 7,1%, a 7,04 euro al litro, ben al di sopra dei 4,19 euro al litro dell’Italia (+8,2%) e dei 3 euro al litro della Spagna. Ma c’è chi, nel segmento dei vini fermi imbottigliati, fa persino meglio della Francia, ossia gli Usa, arrivati ad un prezzo medio di 7,64 euro al litro (+12,2%).
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