Bordeaux si prepara ad accogliere i wine merchant ed i critici internazionali nella “Semaine des Primeurs”: dal 20 al 27 aprile i 131 Châteaux dell’Union des Grands Crus de Bordeaux, presenteranno ad oltre 6.000 persone attese sulla Gironda l’annata 2022, ancora in botte, già definita come “estrema”, in virtù di un andamento stagionale segnato dalla siccità costante, dalle ondate di caldo diurne e da una raccolta generalmente precoce, ma anche da una pressione fitosanitaria estremamente bassa e, quindi, da uve di grandissima qualità. Condizioni climatiche eccezionali, che hanno permesso di concentrare la maturità delle uve preservandone la finezza aromatica, con rese generalmente inferiori alle annate precedenti, ma comunque generose, grazie alle piogge di fine settembre, che hanno portato con sé anche qualche caso di Botrytis Cinerea (specie a Sauternes).
L’Hangar 14 di Bordeaux, il 24 aprile, ospiterà la degustazione dei Crus di tutte le denominazioni dell’Union, mentre, dal 25 al 27 aprile, ogni territorio avrà una sua cornice: Château de Fieuzal per Graves e Pessac-Léognan, e Sauternes e Barsac; Château Beauregard per Pomerol; Château Lascombes per Margaux e Haut-Médoc Sud; Château Beychevelle per Saint-Julien, Listrac-Médoc e Moulis-enMédoc; Château Lynch-Bages per Pauillac, Saint-Estèphe, Haut-Médoc Nord e Médoc; Château Valandraud per Saint-Émilion Grand cru. Saint-Émilion che si presenta nella sua nuova, e definitiva, classificazione, già definita a settembre 2022 (ne abbiamo scritto qui), e confermata dall’assenza di opposizioni da parte degli Châteaux esclusi.
Come ricorda il magazine francese “Vitisphere”, il 22 dicembre 2022 la nuova classificazione è stata pubblicata nel Journal Officiel de la République, e da quel momento le aziende avevano due mesi per presentare ricorso al Consiglio di Stato, che pare, però, non aver ricevuto alcun tipo di rilievo alla nuova classificazione dell’Institut National de l’Origine et de la Qualité (Inao), che è da ritenersi definitivamente omologata.
L’interminabile saga giudiziaria della graduatoria 2012 sembra essere, quindi, sul punto di concludersi, anche perché dei tre châteaux retrocessi, due sono stati venduti di recente: Château Croque-Michotte, giusto due settimane fa, è passato dalla Famiglia Carle a Château La Pointe, 23 ettari a Pomerol e dal 2007 di proprietà della branca francese del Gruppo Generali (che in Italia, con Tenute del Leone Alato, controlla 780 ettari di vigneto, divisi tra le cinque tenute di Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia), che potrebbe decidere di abbandonare la battaglia giudiziaria, e prendere in considerazione la candidatura per la futura classificazione 2032; e Château Tour du Pin Figeac, venduto a Château Cheval Blanc, che ha lasciato la classificazione. Château Corbin Michotte, infine, è rientrato nei Grands Crus Classés.
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