Più che una novità, quello che arriva dal vigneto bordolese, è un aggiornamento. I numeri della più grande operazione di espianto degli ultimi anni, infatti, non cambiano: come deciso da tempo dal Governo di Parigi, la misura riguarderà 9.500 ettari vitati, che verranno indennizzati con 6.000 euro ad ettaro, per un totale di 57 milioni euro, di cui 30 stanziati dallo Stato, 19 dal Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (5 di risorse proprie e 14 ricorrendo ad un mutuo a lungo termine) e 10 dalla Regione della Nouvelle Aquitaine. Di nuovo c’è che due terzi delle superfici coinvolte dall’espianto sanitario saranno dedicati alla “rinaturazione”, ossia al ripristino delle caratteristiche ambientali e alla funzionalità ecologica dell’ecosistema.
Ciò che ha fatto sobbalzare i vignaioli della Gironda è il come: 30 anni dedicati all’imboschimento dei terreni, o 20 anni lasciando i terreni a riposo. Rimangono, quindi, solo 3.000 ettari - dei 9.500 ettari complessivi oggetto della misura di espianto - per percorrere la strada della diversificazione per i viticoltori che vogliono rimanere in agricoltura. Troppo poco per i viticoltori, che devono fare fronte spesso ad una difficile situazione debitoria, ma è anche vero che si tratta, come per la distillazione (arrivata alla retta finale), di misure emergenziali, ossia delle basi su cui ricostruire la viticoltura e l’agricoltura di Bordeaux di domani.
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