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LO SCENARIO

Il mercato degli alcolici crescerà ancora. Anche per il vino, ma soffrirà il segmento entry-level

Le previsioni Iwsr: per vini fermi premium e spumanti crescita aggregata del 2% in valore all’anno fino al 2027
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Vino, il mercato crescerà, ma non per gli entry level (ph: Freepik)

Un quadro politico internazionale sempre più teso non aiuta il commercio, e neanche le pressioni di alcuni Governi e dell’Oms per politiche sempre più stringenti in materia di consumo, comunicazione, commercio e promozione delle bevande alcoliche. D’altronde, però, se vino, birra e liquori accompagnano la vita dell’uomo da millenni, un motivo ci sarà, e al crescere della popolazione mondiale e della ricchezza in alcune aree anche il giro d’affari del comparto del wine & spirits è destinato a crescere ancora, con un aumento di ben 21 miliardi di dollari a fine 2023, rispetto ad un valore globale stimato in oltre 1,7 trilioni di dollari (di cui 207 miliardi imputabili al vino nel 2022). E le previsioni di crescita fino al 2027 sono di un +2% annuo, nel complesso. Usa e Cina, a livello globale, restano i motori principali della crescita, ma sempre più importanti, saranno economie come India, Messico e Brasile, soprattutto per la crescita in volume. A dirlo le ultime previsioni aggiornate dell’agenzia inglese Iwsr Drinks Market Analysis.
“Mentre le turbolenze geopolitiche ed economiche si ripercuotono sul mercato, i consumatori di alcolici stanno modificando i loro comportamenti di consumo”, osserva Mark Meek, ceo Iwsr, che aggiunge: “le tendenze principali che hanno sostenuto il settore, come la come la premiumisation, si evolveranno man mano che i consumatori risponderanno all’aumento del costo della vita. crisi. Tuttavia, il settore continuerà a registrare sacche di crescita significativa del valore. La pandemia ha anche ha anche accelerato l’ascesa di tendenze come il consumo domestico e la moderazione; questi comportamenti sono destinati a rimanere”. Sul fronte della premiumisation, che continuerà ad affermarsi, ci sono dinamiche diverse, però, tra mercati maturi e mercati emergenti. “Nella maggior parte dei nella maggior parte dei mercati maturi, la premiumisation sembra essere incorporata nei comportamenti di acquisto dei consumatori, e continuerà ad aggiungere valore nella maggior parte delle fasce di prezzo, anche se a tassi di crescita più lenti”, osserva Meek.
“Nei mercati in via di sviluppo, invece - aggiunge - i consumatori continuano ad acquistare prodotti di qualità superiore con l’aumento del reddito”. Non stupisce, dunque, che focalizzando lo sguardo sul vino, che ad essere più sottopressione sia quello di fascia di prezzo più bassa. Nel 2022 il vino fermo ha perso volumi in tutti i 10 mercati principali, normalizzando le tendenze dopo la spinta della pandemia di Covid 19 e continuando il suo declino strutturale. L’intera categoria del vino, nel complesso, ha visto i volumi scendere del -5% nel periodo 2021-2022, e la crescita rimarrà piatta nei prossimi cinque anni. Il quadro del valore, invece, è più positivo, con una crescita evidente nei segmenti premium e superiori (+2% in volume, 2022-2027), nonché una prospettiva più vivace per i vini spumanti (+2% di crescita anche in volume). “Le fasce di prezzo più basse del vino soffriranno perché i consumatori di vino più giovani e adulti amano sempre di più le alternative alcoliche, e bevono vini con meno frequenza, ma di qualità superiore. Il calo, in questa fascia di prezzo, sarà del -1% all’anno tra il 2022 ed il 2027”.

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