Secondo i dati dell’US Department of Commerce sul periodo gennaio ‐ giugno 2023, analizzati ed anticipati a WineNews dall’Agenzia Ice di New York, l’interscambio complessivo degli Usa con il resto del mondo ha registrato un calo del ‐4,1% sullo stesso periodo del 2022. Continua la crescita dell’interscambio Usa con l’Unione Europea (+7%) iniziata nel 2021, mentre l’interscambio con l’area Nafta, seppur in crescita, continua a rallentare: +0,1%, sul +18,5% dell’anno precedente. Da notare anche il calo degli scambi con la Cina (‐19,7%) rispetto al +5,3% del 2022.
In questo quadro, l’andamento degli scambi Usa‐Italia consolida l’aumento già rilevato nelle precedenti analisi: +2%, con cui il Belpaese mantiene la posizione n. 13 tra i partner commerciali degli Usa, e con 49 miliardi di dollari (di cui 35,5 di dollari di import dall’Italia e 13,5 miliardi di dollari di export verso l’Italia) sale dal sesto al quinto posto tra i partner europei, dietro a Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Francia, superando l’Irlanda. Secondo i dati Istat, relativi però al periodo gennaio‐maggio 2023, l’interscambio Italia‐Usa a maggio ha registrato un incremento del +3,1%, con gli Stati Uniti che rimangono quindi il terzo Paese partner dell’Italia, con un giro d’affari di 34,7 miliardi di dollari, ed una quota di mercato del 6,8%.
Per l’andamento settoriale delle importazioni Usa dall’Italia, nel periodo gennaio‐giugno 2023, la maggior parte dei settori del Made in Italy hanno registrato aumenti, con in testa mezzi di trasporto (+20,3%), chimica e farmaceutica (+14,5%) e Meccanica (+12,4%). Seguono semilavorati e componenti (+8,8%). In calo, invece, il comparto degli agroalimentari e delle bevande, che, nei primi sei mesi 2023, ha perso il 3%, a quota 3,4 miliardi di dollari, che rappresentano il 9,8% di tutte le importazioni Usa dal Belpaese ed una quota di mercato del 3,2%. La prima voce è come sempre quella del vino, che vale poco più di un miliardo di dollari, pari ad una quota di mercato del 31%, ma con un calo del 7% sullo stesso periodo del 2022. La seconda voce del settore agroalimentare e bevande è l’olio d’oliva, che vale 313,4 milioni di dollari, per una quota di mercato del 30,5% ed una leggerissima crescita (+0,1%) sul 2022. Sul podio anche la pasta, con le importazioni Usa arrivate a 305,1 milioni di dollari, in crescita del 14,5%, per una quota di mercato del 40,8%. Seguono salse ed altre preparazioni alimentari (+13,8%), formaggi (-4%), prodotti da forno (-1,9%), conserve vegetali (-11,7%), superalcolici (+25,7%), carni lavorate (-2%), acque (+23,2%) e vermut (-18,7%).
Guardando agli altri comparti, in calo moda e accessori (‐3%) e arredamento e edilizia (‐11,7%). Gli altri settori assieme crescono del +2.2%. Nei settori dell’alta tecnologia importati negli Usa dall’Italia, il dato complessivo (+23,3%) rileva un miglioramento rispetto agli anni precedenti: l’Italia sale dal 21° al 19° posto tra i fornitori Usa. Nel periodo gennaio‐giugno 2023 tutti i settori dell’alta tecnologia hanno registrato aumenti con in testa: Tecnologia nucleare (+277.8%), Optoelettronica (+56.1%), Life Sciences (+48,4%), Armamenti (+47.9%) e FMS ‐ sistemi di produzione flessibile (+35%). I dati dei primi cinque mesi del 2023 confermano la tendenza positiva per il commercio estero degli Stati Uniti iniziata nel 2021 confermando la forte ripresa a seguito del crollo nel 2020, causato dall’effetto della pandemia.
Nello stesso periodo, le importazioni Usa‐Mondo sono diminuite del 6,2%, a seguito dei forti cali nelle spedizioni di Cina, Vietnam e Svizzera, ma anche Taiwan e Giappone. L’Italia, invece, nel periodo gennaio‐giugno 2023, ha continuato a registrare un consistente aumento (+6,1%), di poco inferiore alla media Ue (+6,4%), restando alla posizione n. 11 tra i principali Paesi fornitori degli Usa, con una quota di mercato del 2,3%. Tra gli altri Paesi, nel periodo gennaio‐maggio 2023 continua il forte calo delle importazioni dalla Cina (‐25,2%) dopo il +6,3% registrato nel 2022/2021, e il calo dell’import da Giappone (‐3,1%), Vietnam (‐17,4%) e Taiwan (‐8,7%). Nel Nafta cresce il Messico (+5,4%) mentre cala il Canada (‐5,3%). Tra i Paesi europei continua il calo delle importazioni dalla Svizzera (‐13,7%) e dall’Irlanda (‐4,8%), in forte aumento, invece, l’import da Germania (+17,3%), e dal Regno Unito, che ha registrato un aumento del +4,4%.
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