C’è chi sceglie la piazza per una cena senza pretese magari con un semplice panino o un trancio di pizza da accompagnare alla visione dello spettacolo, chi il calore di casa con un “cenone”, insieme alla famiglia oppure agli amici più cari, oppure, e sono in tanti, la serata più attesa dell’anno verrà trascorsa al ristorante. Saranno ben 4,6 milioni le presenze previste nei 75.000 ristoranti la notte di San Silvestro, come riporta il Centro Studi Fipe-Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi che parla di un dato in crescita del 2,2% sull’anno precedente, ma anche di un incremento della spesa che toccherà i 433 milioni di euro (+4,6%). Eppure, nonostante la curiosità degli italiani per assaggiare menù speciali (e godersi la serata senza impegnarsi tra i fornelli), diversamente dal giorno di Natale, sono in calo i ristoranti aperti la notte di San Silvestro: il 56,7% contro il 59,1% del 2022. La maggioranza dei locali punta solo sulla cena (84,1%) dove è prevista una spesa media di 94 euro a persona, mentre la restante parte, il 16%, ha organizzato anche un vero e proprio veglione con spettacoli e musica, il cui costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 121 euro cadauno. Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi Fipe-Confcommercio, spiega che “i ristoranti confermano di essere un punto di riferimento per tante persone non solo per il pranzo di Natale, ma anche per il cenone di fine anno sia per chi vuole soltanto cenare iniziando il nuovo anno in uno dei tanti locali di intrattenimento o in qualche piazza delle nostre città sia per chi dopo la cena vuole proseguire la serata nello stesso posto. I prezzi in moderata crescita, inoltre, confermano che neppure nelle occasioni di grande appeal le imprese del settore adottano politiche commerciali disinvolte”. Sarà anche un Capodanno all’insegna di un “cin cin” made in Italy: a fronte di una stima complessiva di 1,3 milioni di bottiglie stappate per il brindisi di fine anno, secondo Fipe-Confcommercio, il 59,7% dei ristoranti servirà solo bollicine rigorosamente italiane. Al contrario, il 32% consentirà ai propri clienti di scegliere tra spumante e champagne, mentre nel 9,3% dei ristoranti i commensali troveranno solo bollicine d’Oltralpe. Per gli spumanti sarà comunque un fine anno in chiaro-scuro: la recente stima del Centro Analisi Mercati e Consumi e Osservatorio Economico Ceves-Uni parlava di 70-71 milioni di “tappi a fungo” pronti a volare per tutte le festività con un giro di affari al consumo di 712 milioni di euro e con brindisi “ridotti” per salutare il 2024 dove si prevedono 35-38 milioni di bottiglie stappate (-8% sul 2022).
Per molti italiani non è un periodo semplice economicamente parlando. Ed allora ecco che anche il “menù portafortuna” trova molti estimatori con le immancabili lenticchie (nell’85% delle tavole, secondo analisi Coldiretti/Ixè) e il tradizionale chicco d’uva (56%) da mangiare dodici volte, uno per ogni mese dell’anno. La produzione di lenticchie, ricorda la Coldiretti è di oltre 6 milioni di chili, le più famose sono quelle di Castelluccio di Norcia (Igp), ma nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali ci sono tanti “tesori di gusto”, come quelle di Santo Stefano di Sessano (Abruzzo), di Valle Agricola (Campania), passando per Onano, Rascino e Ventotene (Lazio). Le lenticchie hanno riscosso anche un vero e proprio “boom” con gli utenti del web a caccia di ricette e consigli su questo prezioso legume . L’accoppiata vincente nel 70% delle tavole sarà formata dai 4 milioni di chili di cotechino e zampone che verranno consumati proprio a fine anno, dove la gran parte della produzione è certificata, a partire da quello di Modena Igp; bene anche i numerosi cotechini e zamponi artigianali. Tra i piatti portafortuna, riporta Coldiretti, ci sono anche i melograni simbolo di riparo e protezione dai problemi che il nuovo anno potrebbe portare e, a sorpresa, gli spaghetti a patto però di cucinarli interi, senza spezzarli.
I giorni a cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno rappresentano un’occasione anche per gli agriturismi. Sono oltre 350.000 gli ospiti per Capodanno a tavola negli agriturismi italiani spinti dalla tendenza a ricercare la buona tavola, ma anche la tranquillità, lontano dalle preoccupazioni e dal caos delle città: è la stima che arriva dalla Coldiretti sulla base delle indicazioni degli agriturismi di Campagna Amica e Terranostra. Viene registrato un aumento delle presenze dei giovani, attirati dalla buona cucina e dall’ambiente più raccolto, e non manca chi, pur rimanendo a casa, decide semplicemente di concedersi una gita fuori porta in giornata. D’altronde l’Italia “può contare su 25.400 aziende agrituristiche che sono in grado di offrire un potenziale di più di 294.000 posti letto e 532.000 coperti per il ristoro e quasi 2.000 attività di fattoria didattica per i più piccoli”. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo è la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi dove è possibile riscoprire i sapori del passato tramandati da generazioni ed a chilometro zero. Aumenta poi l’offerta nelle campagne di servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, la tendenza è verso la prenotazione “last minute”.
Dunque trascorrere le festività di Natale e Capodanno in agriturismo si conferma una valida alternativa, apprezzata da turisti e famiglie, anche per il 2023: è l’indicazione che arriva da Agriturist Alessandria e Agriturist Piemonte, l’associazione nazionale per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio di Confagricoltura che promuove e tutela l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente, il paesaggio e la cultura rurale. “Abbiamo avuto buoni riscontri per le prenotazioni di soggiorni o pranzi e cene nel periodo natalizio. Un po’ in calo, invece, quelle legate a Capodanno”, spiega Franco Priarone, presidente Agriturist Alessandria. Molte le disdette arrivate all’ultimo a causa della diffusione dell’influenza stagionale, che ha costretto a letto tanti italiani. La vacanza in agriturismo si conferma, tuttavia, “una forma di turismo di qualità che tende a una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica preservando le bellezze naturali, artistiche e archeologiche che il Paese ci offre, garantendo anche un buon grado di autonomia, acquisito da molti viaggiatori dopo la pandemia da Covid-19” aggiunge Lorenzo Morandi, presidente Agriturist Piemonte, che sottolinea il legame intimo dell’offerta di soggiorno con le produzioni agricole e la tradizione enogastronomica.
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