A Montepulciano la sostenibilità è un tema da tempo presente nell’agenda di un territorio che, di riflesso, è strettamente legato al mondo del vino, motore economico della zona e che incide per oltre il 70% sugli altri settori. Il Vino Nobile è stata la prima Denominazione ad avvalersi del marchio di sostenibilità Equalitas e, notizia di questi giorni, il Comune poliziano è diventato “Destinazione turistica sostenibile” ottenendo il certificato “Gstc - Global Sustainable Tourism Council”, che sarà consegnato nei prossimi giorni, un riconoscimento riservato alle realtà che promuovono la sostenibilità e la responsabilità sociale del sistema turistico. Sostenibilità che è stata analizzata in un incontro, di scena oggi, a cui hanno partecipato Brunello Cucinelli, imprenditore e stilista di fama mondiale, una delle personalità più di successo del made in Italy nel mondo, ma anche produttore di vino, e Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi ed una delle voci di riferimento, per esperienza e competenza del vino. Una conversazione moderata dalla giornalista del Tg1 Anna Scafuri.
“La bellezza e l’armonia sono i valori che dobbiamo perseguire per continuare a contraddistinguerci in qualità: noi abbiamo i migliori artigiani, i migliori agricoltori, i migliori viticoltori e dobbiamo ritornare a dare più valore alla persona, solo così le nostre imprese potranno continuare a crescere ed essere un modello in tutto il mondo”. Questa la riflessione di Brunello Cucinelli, che ha mandato anche un forte messaggio di fiducia, indirettamente, anche al mondo del vino, dall’alto della sua esperienza imprenditoriale nel mondo. Un messaggio fatto di bellezza e di territorio, solo con il rispetto della natura, delle persone e del lavoro, l’Italia può continuare a mirare in alto: “forse qui abitiamo nel posto più bello del mondo, la Toscana e l’Umbria. La nostra Italia rappresenta - ha continuato Brunello Cucinelli - lo 0,7% della popolazione complessiva ma è la settima potenza al mondo. Di cosa dobbiamo avere paura? La disoccupazione è al 7%, la pandemia ha fatto emergere il miglior stato sociale al mondo che per me è quello italiano. Siamo una nazione credibile sul mercato e penso che stiamo vivendo un momento particolarmente bello a livello mondiale. Educare l’intelligenza dell’anima è fondamentale, se portiamo nel lavoro la bellezza cambiamo molto, sì l’Italia sta vivendo un momento entusiasmante”. Brunello Cucinelli ha sottolineato anche l’unicità del Belpaese, i suoi tratti peculiari che altri non hanno. La sostenibilità è un valore da conquistare tutti i giorni con le proprie scelte e il vino, che contribuisce a salvaguardare il paesaggio di un territorio, può fare la sua parte.
Ma il tema della sostenibilità, a livello settoriale, è sempre più al centro dell’attenzione e spesso motivo di discussioni e dibattiti accesi. Secondo Riccardo Cotarella, che è intervenuto anche nell’attesa puntata della trasmissione tv su Rai 3 “Report” dedicata al vino che andrà in onda domani sera, la sostenibilità non può fare a meno della scienza. “Il vino naturale non esiste - ha spiegato il presidente Assoenologi - la scienza serve perché la natura non può pensare a tutto, qualunque professione necessita di una base scientifica”. E, sul valore del vino italiano, Riccardo Cotarella si è soffermato, facendo l’esempio dei vini toscani prodotti a maggioranza con il vitigno Sangiovese, e quindi dal Nobile di Montepulciano al Brunello di Montalcino, dal Chianti Classico al Morellino di Scansano, sottolineando come “ognuno è completamente diverso dall’altro perché la nostra biodiversità ambientale non ce l’ha nessuno”. A livello nazionale, “le varietà che abbiamo hanno provato a piantarle in Australia, in America, ma non si sono mai adattate ad un clima diverso dal nostro. I “vitigni francesi” vengono bene ovunque, la nostra è una ricchezza infinita. Il legame terra & vite con le persone è inscindibile. E poi abbiamo la storia, la vite è nata nel Sud Italia per diffondersi poi verso nord e nel mondo. Abbiamo le ricchezze, ma dobbiamo saper comunicare meglio”.
Sul versante del cambiamento climatico, il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella ha detto che “il vino italiano è esploso, a livello di qualità, casualmente, con il cambiamento climatico tra il 1995 ed il 2000: in nove annate su dieci andavamo incontro ad avversità autunnali, con il cambiamento climatico abbiamo anticipato la vendemmia anche di tre settimane, con uve ricche di zucchero, tannini, ma il cambiamento implica un approccio scientifico. Oggi ci sono vigneti tenuti come giardini di casa”. E qui ritorna sul ruolo fondamentale della scienza: “la riduzione di quest’anno sarebbe stata più pesante se i produttori non fossero intervenuti con la scienza. Non dobbiamo fare il biologico e il biodinamico quando la stagione non lo permette. Le piante, a volte, esigono un medico che le curi, come le persone, il cambiamento climatico, quando ben gestito, ci ha dato dei vigneti che prima non avevamo”.
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