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SCENARI

Apicoltori italiani “deboli e disorientati” ma dal tavolo con il Ministero si rilancia per il futuro

Raffaele Cirone, presidente Fai, accoglie con favore l’idea di un sistema di qualità e di una campagna promozionale per il miele italiano
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Il settore dell’apicoltura guarda al futuro

Dalle campagne italiane si stanno facendo sentire numerosi gridi di allarme per la sopravvivenza del settore agricolo che sta affrontando varie difficoltà. Da tempo, tra chi vive una situazione in attesa di tempi migliori, c’è anche il settore dell’apicoltura. Un comparto che merita attenzione, sia perché le api hanno un ruolo fondamentale, in quanto “sentinelle dell’ambiente”, perché dal loro servizio di impollinazione dipende il 70% della produzione agricola mondiale, ma anche per il prodotto miele che in Italia trova dei veri e propri vertici di eccellenza. Scenari positivi, però, potrebbero intravedersi all’orizzonte.
“Disaggregati, deboli e disorientati: sono queste le principali criticità degli apicoltori italiani chiamati ad affrontare la costante competizione del mercato globale e le crescenti difficoltà di un’apicoltura produttiva, remunerativa e sostenibile. Ecco perché siamo favorevoli alle proposte emerse oggi al tavolo della filiera apistica, convocato dal Ministero dell’Agricoltura”. A sostenerlo è Raffaele Cirone, presidente della storica Federazione Apicoltori Italiani (Fai), realtà nata nel 1953, che ha preso parte ai lavori ed è intervenuto in rappresentanza della Fai e Confagricoltura, cui aderisce.
La proposta di schema di un sistema di qualità alimentare nazionale del miele), presentata dal Sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, “sebbene necessiti di ulteriori approfondimenti e interventi correttivi attesi dalla base produttiva, rappresenta ad avviso della Fai - si legge in una nota - uno strumento indispensabile a indirizzare gli sforzi degli apicoltori che, nonostante l’elevata professionalità, fanno ancora fatica a far percepire al mercato le ragioni per cui un prodotto di qualità garantita deve poter essere facilmente riconosciuto dai consumatori e giustamente remunerato”. Per Cirone, “servono azioni coordinate, disciplinari stringenti e controlli adeguati ad una politica di valorizzazione del già eccellente prodotto nazionale altrimenti si rischia di deludere le attese di un consumatore sempre più attento, consapevole, propenso all’acquisto del prodotto migliore”.
Un apprezzamento, da parte di Fai e Confagricoltura, arriva sulla pianificazione di un’attività promozionale a sostegno del consumo del miele nazionale: “la nostra è una filiera d’eccellenza dell’agricoltura italiana, con 2 milioni di alveari e 80.000 apicoltori, e i suoi tratti distintivi vanno sottolineati con un’adeguata azione informativa e una promozione mirata alle fasce più attente al consumo del miele di alta qualità: bambini, giovani, sportivi e anziani in modo particolare, prima ancora dei tanti estimatori”. E questa è la raccomandazione del presidente Fai, al tavolo apistico, “affinché la filiera nazionale preservi la dignità del lavoro di ciascun apicoltore italiano e il patrimonio di alveari indispensabili all’agricoltura e all’ambiente”.

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