L’Italia, da tempo, sta ancora aspettando la legge definitiva sullo standard unico nazionale di sostenibilità, ma, intanto, le realtà della filiera non decidono di rimanere con le mani in mano. Ne è un esempio il protocollo d’intesa siglato tra Equalitas (standard-owner guidato da Federdoc) e FederBio, l’organizzazione a vocazione interprofessionale che valorizza e tutela l’agricoltura e la produzione biologica italiana che vuole sostenere un approccio integrato e condiviso da istituzioni, imprese e operatori del settore vitivinicolo sul tema della sostenibilità del biologico. Al centro dell’intesa, firmata oggi a Roma, la promozione di un approccio che integri la certificazione Bio con lo standard Equalitas Vino Sostenibile come modello per la tutela ambientale e sociale e sfida costante per le imprese vitivinicole, sempre più attente e sensibili a queste tematiche. Il comparto vitivinicolo italiano, spiegano Equalitas e FederBio, ha già il 18% della produzione certificata biologico e oltre un miliardo di bottiglie di vino provenienti dalle imprese certificate sostenibili secondo lo standard Equalitas. A partire dall’impegno congiunto a una corretta e trasparente comunicazione verso il consumatore, il protocollo intende da una parte formare ed assistere le imprese vitivinicole che vogliono integrare entrambi i modelli di gestione, “Biologico” ed “Equalitas Vino Sostenibile”, in un approccio completo e avanzato alla responsabilità d’impresa, anche facilitandone, dove possibile, i controlli congiunti; dall’altro lavorare al rafforzamento dei requisiti che caratterizzano il biologico, quale risorsa strategica dell’Ue, nel disegno della gestione sostenibile del vino, su temi come la tracciabilità di prodotti e processi, la tutela della biodiversità e della salute di consumatori e operatori.
“Integrando i principi di due delle più importanti certificazioni sostenibili - ha sottolineato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio - l’accordo con Equalitas rappresenta un passo significativo per la valorizzazione a 360 gradi della viticoltura agroecologica. Unisce, infatti, la qualità della certificazione biologica, garanzia di tecniche agronomiche rispettose dell'ambiente, con lo standard Equalitas, che attesta la sostenibilità dell’intera filiera, valutando la carbon footprint e le buone pratiche sociali. Inoltre, il tavolo di lavoro permanente che verrà attivato assicurerà formazione, ricerca e comunicazione per fare della viticoltura bio e sostenibile italiana sempre più un’eccellenza a livello internazionale”. Per Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas, “con questa intesa, che Equalitas sigla con l’obiettivo di fare sistema, contiamo che anche le istituzioni rilevino la richiesta di razionalizzazione che proviene dalle imprese, riconoscendo e sostenendo le varie modalità di avvicinamento alla sostenibilità ma anche definendo la stessa in maniera completa, seria e trasparente”.
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