Senza le api e il loro “servizio” di impollinazione non ci sarebbero la maggior parte delle piante sulla Terra e dei prodotti della nostra agricoltura: delle 100 colture che costituiscono il 90% della produzione mondiale di cibo, 71 sono legate al lavoro delle api. Il 20 maggio è la “Giornata Mondiale delle Api” 2024, istituita dall’Onu per ribadire il ruolo fondamentale delle “sentinelle dell’ambiente” per eccellenza, minacciate dalla riduzione dell’habitat, dall’uso di pesticidi, dall’inquinamento e dal cambiamento climatico. E che, solo in Italia (dove gli apicoltori sono più di 75.000 e gli alveari oltre 1,5 milioni, per una produzione 2023 di 22.000 tonnellate di miele per un valore attorno ai 150 milioni di euro; fonte Osservatorio Nazionale Miele), 1,8 milioni di colonie di api producono più di 60 tipi di miele, nonostante il susseguirsi di stagioni di raccolta drammatiche in termini di perdita di produzione e mancato reddito. Ma la loro scomparsa non porterebbe solo ad un grave danno economico, metterebbe a rischio l’esistenza stessa dell’uomo. Un capitale naturale, quello della Repubblica Italiana, di oltre 100 miliardi di api, la cui “bee economy” è stimata in ben 500 milioni di euro, con la presenza di alveari sul territorio che genera in Italia 2 miliardi di euro di valore della produzione agroalimentare, cui si deve aggiungere l’apporto ecosistemico che le api garantiscono alla biodiversità, stimato in 150 miliardi di euro (fonte Federazione Apicoltori Italiani-Fai).
A lanciare un “Sos”, oggi, sono gli stessi apicoltori, scendendo in piazza per salvare il miele tricolore con iniziative nei mercati contadini di Campagna Amica di Coldiretti in tutta Italia, come al Circo Massimo a Roma, dove effettuano la smielatura con un’arnia trasparente per far vedere il lavoro delle api. Confagricoltura lancia, invece, il progetto “Api in Rosa. Volti e storie dell’apicoltura femminile in Italia”, ideato dalla giornalista e scrittrice Valentina Calzavara e promosso dalla Fai - Federazione Apicoltori Italiani, per promuovere il numero crescente di “apicoltrici” - il 30% degli apicoltori italiani - le cui storie verranno diffuse con una campagna social e sui mass media.
Tra le campagne c’è anche quella di Nativa, prima B Corp in Italia, in collaborazione con Supernaturale, che si chiama “Non è mai troppo presto”: fino al 20 maggio verranno distribuiti gratuitamente dei pack di fiori selvatici a Roma e Milano per promuovere azioni volte a proteggere le api e gli insetti impollinatori e rendere più naturali gli spazi urbani. La semina di fiori selvatici è una “strategia ecologica” a basso costo, che se diffusa nei centri urbani, aiuterebbe a contrastare il declino degli impollinatori, preservare l’ecosistema, migliorare la qualità dell’aria ed abbellire gli ambienti esterni. Ma lo è anche il “Bosco delle Api”, l’iniziativa lanciata da Greenpeace Italia per creare le cosiddette “food forests”, sistemi multifunzionali che simulano su piccola scala un bosco, trasformando le aree urbane più degradate delle città in piccole oasi naturali per gli insetti a beneficio dell’ecosistema.
Sempre il 20 maggio i clienti di Eataly riceveranno una bustina di semi “Bee the Future” - il progetto nato nel 2018 in collaborazione con Slow Food Italia, l’azienda sementiera biologica Arcoiris e l’Università degli Studi di Palermo che ha donato 10 milioni di semi alle città italiane - da seminare sul proprio balcone, terrazzo o giardino: calendula, girasole, lavatera, escolzia o millefiori sono alcune delle varietà di fiori a impollinazione aperta a disposizione in tutti i punti vendita, dove, da oggi, ci sono anche i mielicoltori con le arnie didattiche.
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