Continuano ad arrivare sul mercato i rilasci “en primeur” 2023 dei vini di Bordeaux, con una tendenza al ribasso ormai conclamata. Dopo i nomi già annunciati, tra i “big” è arrivato Château Haut-Brion 2023, a 312 euro a bottiglia ex-négociant e 3.780 sterline alla cassa per il trade internazionale, con un ribasso intorno al -39% sul 2022, ma anche Château Cheval Blanc 2023, a 384 euro a bottiglia e 4.680 sterline alla cassa, con un ribasso superiore al -18%, e, ancora, Château Ausone 2023, a 432 euro a bottiglia e 5.280 sterline alla cassa, con un taglio intorno al -22% sul 2022. Con l’unica eccezione rappresentata da Château Lafleur 2023, che ha mantenuto lo stesso prezzo a bottiglia ex-négociant del 2022, a 610 euro, e di 7.240 sterline a cassa, a -2,7%, per fermarci ai nomi più celebri o ai vini più quotati in termini di prezzo. Eppure, nonostante cali significativi dei prezzi, stimati in media del -21,3%, secondo il Liv-Ex, i vini dell’ultima annata di Bordeaux stanno avendo un’accoglienza “tiepida” sul mercato.
Intanto, però, continuano ad uscire i punteggi della critica, e se secondo il Liv-Ex, che ha sondato gli operatori, Château Margaux è il vino migliore del 2023 di Bordeaux, per qualità, davanti a Cheval Blanc, Lafite Rothschild, Montrose, Canon, Vieux Château Certan, Mouton Rothschild, Figeac, Lafleur e Ausone, mentre Château Batailley è indicato al top per qualità-prezzo, davanti a Grand-Puy-Lacoste, Laroque, Pontet-Canet e Brane-Cantenac, ed il 36% degli intervistati ha votato Pomerol come la regione più impressionante nel 2023, davanti a Saint-Émilion e Paulliac, a stilare una classifica dei vini più quotati dalla critica è stato “Wine Lister”, uniformando i rating di Antonio Galloni e Neal Martin di “Vinous”, di Jancis Robinson, di Bettane+Desseauve, e di Ella Lister de “Le Figaro Vin” (proprietario dello stesso “Wine Lister”, ndr). Ebbene, al top assoluto, con 97,1 punti, c’è Latour, seguito da Suduiraut (con il Sauternes), con 96,8 punti, e poi, scendendo di un decimale alla volta, seguono in top five Margaux, Mouton Rotschild e Figeac. E, poi, via via, La Conseillant, l’Extravagant de Doisy-Daene (ancora un Sauternes), Lafite, Lafleur, Le Pin, Cheval Blanc, Ausone, Montrose, Pichon Comtesse, Petrus, Haut-Brion, Palmer e non solo.
Intanto, però, spinto anche da un top di gamma che non vola più come un tempo e una grande fascia entry level che vive le grandi difficoltà di mercato di cui più volte abbiamo raccontato, con tanto di espianti di migliaia di ettari di vigna e non solo, il vino di Bordeaux torna a fare sistema. E dal 27 al 30 giugno nella capitale della Gironda, alla “Bordeaux Fête le Vin”, torneranno in degustazione, insieme a centinaia di châteaux e migliaia di operatori, anche i “Grands Crus Classés” della classificazione del 1855, al Palais de La Bourse, con le ultime masterclass che risalgono addirittura al 2016.
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