È italiano il miglior rosé al mondo: il Cannonau di Sardegna Doc Rosato Nudo 2023 di Siddura, griffe di punta della Sardegna del vino, n. 1 della “50 Great Rosé Wines of the World Competition” 2024, di Barcellona, che racconta il panorama vivace e dinamico dei vini rosati - nel mondo, ormai da tempo, una bottiglia di vino su 10 tra quelle che vengono consumate è rosato, secondo i dati dell’Osservatorio Mondiale dei Vini Rosè, del Ministero dell’Agricoltura Francese - di cui l’Italia è quinta per consumi, con il 5% del mercato (lontana dalla Francia, che ne rappresenta il 33%, seguita, a distanza dalla Germania con il 12%, dagli Usa con l’11%, e dal Regno Unito con il 6%), ma, da Nord a Sud, vanta uno scrigno di qualità, diversità e tipicità che caratterizzano la tipologia, come nessun altro Paese produttore. Tanto da conquistare anche il secondo gradino del podio, con il Marche Igt Sensuade 2023 di Santa Barbara, mentre al terzo posto c’è il Portogallo, con il Freixo Special Edition Rosé 2022 di Herdade do Freixo II.
La “50 Great Rosé Wines of the World Competition” 2024 ha visto la partecipazione di una vasta gamma di Paesi produttori di rosati, dalla Francia al Portogallo, dalla Spagna all’Italia. Il criterio di valutazione era incentrato tutto sulla qualità, senza considerare il prezzo come fattore. E se i rosati secchi dominano la Top 50, la tendenza più interessante per la tipologia è l’invecchiamento, in rovere ma anche in anfora, tecniche che confermano la versatilità dei rosé, aggiungendo complessità e consistenza nel calice, senza nulla togliere alla loro tipica freschezza. Dai delicati rosati provenzali di Grenache, Syrah e Cinsault, alle espressioni più audaci di Primitivo, Sangiovese e Aglianico dall’Italia, si conferma, invece, la capacità dei rosé di esprimere l’unicità dei loro vitigni.
Italia che si è classificata ai vertici mondiali per qualità, conquistando il primo posto con il Nudo 2023 di Siddura, che ha ottenuto 96 punti, seguito dal rosato marchigiano Sensuade di Santa Barbara, con 95 punti, e grazie a cantine come Vigneti Villabella con il Villabella Chiaretto di Bardolino Doc Classico 2023 e 2022 e il Villa Cordevigo Gaudenzia Chiaretto Di Bardolino Doc Classico, e la Cantina di Montalcino con il Rosé Sibilla Della Gherardesca 2023, da Torrevento con il Veritas 2023 alla Tenuta di Sticciano con Canto delle Rose 2023, dal Rosato 2023 di Marisa Cuomo allo Sbocciato de Il Poderone, dal Langhe Doc Rosato Solerose 100% Nebbiolo 2023 di Fontanafredda al Macchiarosa 2023 di Míer Vini, dal Filieri Rosé 2023 di Cantina Dorgali al Piemonte Doc Rosato 2022 di Cascina Guido Berta, dal Solarea Cerasuolo d’Abruzzo Doc 2022 e 830 Cuvee Prestige Spumante Rosé Extra Dry Bio di Cantine Agriverde al Metiusco 2023 e Ninì Palamà 2023 di Palamà, dall’Illario 2023 della Fattoria di Magliano all’Ophelia 2023 delle Cantine Macchie Santa Maria, dal Lagrein Kretzer di Muri Gries - Cantina Convento al Munazei Rosato- Lacryma Christi del Vesuvio Doc 2023 di Setaro.
Tuttavia, la competizione ha davvero abbracciato tutto il mondo dei rosé con ottimi risultati: dal Portogallo, con l’uso innovativo di vitigni autoctoni come Touriga Nacional (Herdade do Freixo II, ) e Tinta Cão (Quinta do Monte Travesso), alla Spagna con i rosati di Castilla y León (Bodegas Gordonzello), Penedès (Aymar - Castell de Pujades) e Sierras de Málaga (Gross Hnos). Al debutto, invece, la Serbia con il Nemir della Winery Despotika, un rosé di Prokupac e Cabernet Sauvignon.
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