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CLIMA

Anbi: “a Ferragosto sarà il “No Water Day”, il primo giorno senz’acqua per l’agricoltura in Italia”

Il bollettino dell’Associazione dei Consorzi di Bacino segna un preoccupante quadro generale tra siccità, caldo ed eventi estremi, in molti territori
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Per l’Anbi, a Ferragosto sarà il “No Water Day” (ph: Pixabay)

“Guardando le previsioni meteo, è ormai assodato che, per ampi territori, il Ferragosto 2024 sarà il primo “No Water Day”, vale a dire il primo giorno senza acqua per l'agricoltura italiana”. È l’allarme lanciato dall’Anbi, l'Associazione dei Consorzi di bacino, nel suo bollettino settimanale sulle risorse idriche in Italia.
Il quadro generale che delinea non è certo dei migliori: “il Centro-Sud continua a soffrire per una siccità ormai consolidata, mentre la calura agostana, unitamente ai numerosi eventi meteorologici estremi, sta mettendo a dura prova l'economia agricola delle regioni alpine. Gli eventi atmosferici estremi nell'arco di 14 giorni sono stati 173, tra tornado, raffiche di vento forte, nubifragi e grandinate anomale. Queste ultime sono state 73, di cui 63 nelle regioni settentrionali, ma i chicchi più grossi (con diametro di almeno 5 centimetri) sono caduti su Molise e Maceratese”.
Non va meglio nemmeno nella Sicilia colpita dalla siccità: “ha dovuto assistere a nubifragi, che hanno colpito alcuni comuni della provincia di Enna, compreso il capoluogo, ed il ragusano, anche se le piogge di questi giorni hanno riguardato solo una piccola porzione di territorio, nella fascia centro-settentrionale dell'isola e sull'agrigentino. Il resto della Regione non ha beneficiato di alcuna goccia d'acqua per ristorare suoli aridi e riserve prosciugate”.
Il caldo, nel frattempo, sta facendo proliferare incendi e contemporaneamente sciogliendo i ghiacciai: “secondo l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), nei primi 8 mesi 2024, le fiamme hanno attaccato il 18% dei boschi italiani per una superficie pari a ben 40 chilometri quadrati, comprese zone di inestimabile pregio naturalistico come quelle del Parco Nazionale del Gargano, che ha visto andare in fumo 3 ettari della foresta di conifere. A Nord-Ovest lo zero termico è stato registrato per diversi giorni sopra i 5.000 metri. Sulle Dolomiti lo scioglimento dei ghiacci è stato coadiuvato dal deposito di sabbie sahariane che, posandosi sul manto bianco, hanno attratto maggiormente i raggi solari, accelerando il fenomeno della fusione glaciale. Per questo i deflussi, così come i livelli idrometrici dei laghi ed i volumi invasati nei bacini artificiali, si sono mantenuti ben al di sopra delle medie stagionali”.

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