Sono state riviste al ribasso le previsioni per il raccolto francese: la vendemmia 2024 si attesterebbe infatti a 39,3 milioni di ettolitri, in calo del 18% rispetto al 2023, secondo le previsioni pubblicate dal Ministero dell’Agricoltura e dei Servizi di Statistica e Prospettiva (SSP). Un aggiornamento in negativo rispetto ai 40-43 milioni di ettolitri di vino previsti all’inizio di agosto, dovuto alle insidie climatiche dell’estate e alle malattie delle viti, come riporta il magazine Vitisphere.
In particolare, a Bordeaux si registrerebbe un raccolto inferiore rispetto all'anno scorso, che era già molto basso. La produzione di vino bordolese scenderebbe infatti a 3,89 milioni di ettolitri secondo le stime ministeriali, ovvero -10% rispetto alla vendemmia 2023. “La riduzione delle superfici, nell’ambito del piano che prevede lo sradicamento di 8.000 ettari quest’anno, così come le perdite causate da malattie della vite, muffa e grandinate, contribuiscono ad una riduzione della produzione”, secondo il Ministero.
Altrove, i cali più marcati riguardano i vigneti del Jura, -71% in un anno, dopo un’annata estenuante a causa di gelate, peronospora e oidio, della Loira (-30%) e di Beaujolais-Borgogna (-25%). Mentre solo il Sud-Ovest mostra una crescita della produzione (leggera, al +1%), tutti gli altri vigneti sono in calo più o meno marcato: -16% in Champagne ( “a causa di gelate primaverili, malattie, grandine, e muffe”), -13% in Alsazia (sotto il milione di ettolitri), -12% nel Sud-Est, -5% in Corsica (qui l’impatto della siccità è tuttavia attenuato dalle recenti precipitazioni) e in Savoia (dopo gelate e muffe), -4% in Languedoc-Roussillon.
Anche se ridotta dal clima, la produzione nazionale nel 2024 rimarrebbe comunque superiore agli scarsi raccolti del 2017 e del 2021. Mentre il settore vitivinicolo vive un’annata 2024 difficile, questi numeri appaiono particolarmente pesanti di fronte all’incertezza dei prossimi mesi: l’impatto economico del calo dei consumi, dell’inflazione e delle riduzioni della produzione sono preoccupanti, mentre le misure di estirpazione mirano a ridurre i vigneti in eccesso. Di fronte ai prezzi bassi del vino sfuso, soprattutto rosso, alcuni viticoltori sperano che la riduzione del raccolto permetta di alzare i prezzi e di ripristinare il flusso di cassa.
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