Dopo Burton Anderson, Jens Priewe, Monica Larner e James Suckling, giornalisti di primo piano del vino internazionale focalizzati sull’Italia del vino, per la prima volta l’annuale Premio Internazionale assegnato dall’Istituto del Vino Italiano di Qualità Grandi Marchi ad un’importante firma del giornalismo di settore, va ad una intera testata giornalistica: “Wine Spectator”. La rivista americana, fondata nel 1976 da Marvin R. Shanken, “è certamente una di quelle che più ha rivoluzionato il settore del vino - si legge nelle motivazioni del riconoscimento - contribuendo a dare visibilità a produttori e territori di tutti i continenti, orientando con competenza e professionalità le scelte dei consumatori in tutto il mondo e offrendo una visione nuova dei vini del nostro Paese”.
La premiazione, è andata in scena a New York, in occasione degli eventi negli Stati Uniti e in Canada (dopo un appuntamento a Londra) organizzati dall’Istituto Grandi Marchi per celebrare 20 anni dalla sua fondazione: un percorso intrapreso dal 2004 per divulgare la cultura, le tradizioni e l’insieme di valori etici e sostenibili che costituiscono l’eccellenza del vino made in Italy, e che oggi vede riunite assieme 18 grandi famiglie e realtà del vino italiano, con cantine come Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Antinori, Argiolas, Col d’Orcia, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido, Tenuta San Leonardo e Umani Ronchi.
“Proprio in occasione di un anno così speciale, come quello del nostro ventesimo anniversario - ha spiegato il presidente, Pietro Mastrobernardino - abbiamo voluto premiare per la prima volta non una singola persona, ma una testata giornalistica. La scelta non poteva che ricadere su “Wine Spectator”, da decenni uno dei capisaldi nella comunicazione del vino e un attore strategico efficace e di successo nel panorama dell’informazione di settore. Questo premio riflette il nostro impegno nel riconoscere il lavoro di chi promuove la corretta cultura enologica e lo fa con dedizione e passione. Una filosofia che contraddistingue anche l’attività delle 18 famiglie del Gruppo e che ci appartiene sin dal momento della nostra fondazione. E che ci piace condividere con chi ogni giorno scrive e vive il presente e il futuro dell’enologia mondiale”.
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