Il miglior vino da tenere in cantina e far invecchiare uscito quest’anno sul mercato è, ancora una volta, italiano: è il Barbaresco 2016 Don Fiorino Riserva dei Produttori del Barbaresco il n. 1 della “Top 100 Cellar Selection” by “Wine Enthusiast”, con il vino della celebre firma di Langa che bissa il successo ottenuto nel 2023, alla stessa posizione, dal Brunello di Montalcino 2018 di Poggio di Sotto del Gruppo ColleMassari, guidato da Claudio Tipa). Un vino peculiare quello della cooperativa di Barbaresco, dedicato a Don Fiorino, il parroco che, nel 1958, ispirò e guidò i 19 agricoltori che fondarono la Produttori del Barbaresco, e che è sul podio insieme al Quintessa 2021 di Rutherford, dalla Napa Valley, ed allo Champagne Blanc des Millénaires Brut 2014 di Charles Heidsieck.
Una classifica, quella del celebre magazine americano (Jeff Porter e Danielle Callegari sono le firme dall’Italia), dedicata a quei vini che escono sul mercato ora, ma da tenere in cantina, da far evolvere per esprimere al meglio il loro potenziale, e che premia, come sempre, tanta Italia (18 le etichette in lista) e la sua classicità, rappresentata da territori o singole aziende che della longevità dei vini hanno fatto la loro cifra stilistica. Non è un caso, per esempio, che ben 7 vini arrivino dalle Langhe, e 4 dalla Toscana, nelle diverse declinazioni di Igt.
Così, per l’Italia, in classifica ci sono il Barolo Monvigliero 2020 di Oddero, al n. 10, ed il Barolo Villero 2019 di Giacomo Fenocchio, al n. 11, due nomi celebri e affermati, che precedono un nome meno noto come il Barolo Berri 2020 di Trediberri, al n. 13. Poi un altro must, in versione bianchista, come il Soave La Rocca 2022 di Pieropan, al n. 18, davanti ad un altro nome di riferimento delle Langhe, il Barolo Cannubi 2019 di Brezza, al n. 19, che precede a sua volta un’altra gemma del Soave, il Soave Classico Monte Carbonare 2020 di Inama, al n. 28. Al n. 29 ancora Piemonte, ma questa volta con il Nizza San Luigi 2021 di Aresca, mentre al n. 38 c’è un’icona di Franciacorta come Barone Pizzini, con il Franciacorta 2020 Rosè Brut. Al n. 42 il primo nome toscano, il Messorio 2021 Igt Toscana de Le Macchiole, una delle cantine storiche di Bolgheri, guidata da Cinzia Merli, davanti, al n. 44, al vino simbolo dell’Alto Adige, il Vorberg 2021 del mito Terlano. Poi, al n. 57 un altro pezzo di storia della Granducato, il Siepi 2021 Igt Toscana di Mazzei, seguito, al n. 58, dal Massetino 2021, altro Igt Toscana di più recente creazione da parte di Masseto, ancora da Bolgheri, e una delle gemme del gruppo Frescobaldi. Che precede di un soffio, al n. 59, uno dei vini simbolo della Valpolicella, l’Amarone della Valpolicella Classico 2013 di Bertani, cantina di punta del gruppo Angelini Wines & Estates. Si torna nelle Langhe, al n. 64, con il Barolo Cannubi 2019 di Borgogno, per poi andare ad un mito delle bollicine, il Franciacorta Anna Maria Clementi 2015 Rosè di Ca’ del Bosco, condotta da Maurizio Zanella. Al n. 73, ancora, un altro nome che fa parte della storia delle Langhe, il Barolo Vite Talin 2017 di Sandrone, ed al n. 78 chiude il gruppo degli italiani il Nitrito 2018 Igt Toscana de Il Borro, una delle cantine leader del Valdarno, della famiglia Ferragamo.
Focus - I vini italiani nella “Top 100 Cellar Selection” 2024 di “Wine Enthusiast”
1. Produttori del Barbaresco Barbaresco 2016 Don Fiorino Riserva
10. Oddero Barolo Monvigliero 2020
11. Giacomo Fenocchio Barolo Villero 2019
13. Trediberri Barolo Berri 2020
18. Pieropan Soave La rocca 2022
19. Brezza Barolo Cannubi 2019
28. Inama Soave Classico Monte Carbonare 2022
29. Aresca Nizza San Luigi 2021
38. Barone Pizzini Franciacorta 2020 Rosè Brut
42. Le Macchiole Messorio 2021 Igt Toscana
44. Cantina Terlano Alto Adige 2021 Vorberg Riserva
57. Mazzei Siepi 2021 Igt Toscana
58. Masseto Massetino 2021 Igt Toscana
59. Bertani Amarone della Valpolicella Classico 2013
64. Borgogno Barolo Cannubi 2019 Cannubi
69. Ca’ del Bosco Franciacorta Annamaria Clementi Rosé 2015
73. Sandrone Barolo Vite Talin 2017
78. Il Borro 2018 Nitrito Igt Toscana
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