“Dalla pet therapy ai cammini, la presenza dei cavalli nelle 27.000 aziende agricole italiane con allevamenti equini rappresenta oggi una risorsa importante tanto dal punto di vista turistico quanto sociale, garantendo esperienze e servizi sempre più innovativi. Di vitale importanza in tale ottica sarebbe considerare i cavalli allevati nelle aziende agricole così come quelli usati nelle fattorie sociali e negli agriturismi come “animali da reddito”, al pari, ad esempio, delle mucche, invece che come beni di lusso, secondo la norma oggi vigente. Il loro impiego nella pet therapy come nell’ippoturismo non può, infatti, essere considerato come una “roba da ricchi”, ma come un sostegno all’attività agricola”. È quanto afferma la Coldiretti in apertura di “Fieracavalli”, la storica fiera leader del panorama equestre mondiale all’edizione n. 126 a Veronafiere a Verona (da oggi al 10 novembre). Con 32 razze tutte italiane, il Belpaese vanta la maggiore biodiversità equina d’Europa con il patrimonio equino concentrato in particolare in Lombardia, Lazio, Sicilia, Toscana, Piemonte, Emilia Romagna e Puglia.
Coldiretti coglie, infatti, il momento per rimarcare l’importanza del cavallo come risorsa per il turismo e l’agricoltura sociale. Secondo dati Istat, gli agriturismi che propongono attività di equitazione sono quasi 1.400 su tutto il territorio nazionale, con Sicilia, Lombardia e Toscana in testa alla classifica delle Regioni con il maggior numero di strutture: “la nuova frontiera dell’ippoturismo sono i cammini, che proprio con ippovie, sentieri e vie di pellegrinaggio formano una fittissima rete di percorsi alla scoperta degli angoli più segreti del Belpaese, visitando cantine, frantoi, fattorie e birrifici agricoli”, spiega l’organizzazione agricola che cita il Protocollo d’intesa sottoscritto per la promozione di queste esperienze dalla Fondazione Campagna Amica con Fitrec Ant, la Federazione Italiana Turismo Equestre e Trec - Ante. Ma il cavallo è protagonista anche delle esperienze di agricoltura sociale, grazie alle iniziative di cura e assistenza terapeutica come l’ippoterapia, con il coinvolgimento di ragazzi e adulti con problemi di disabilità. Un esempio di come oggi le campagne possano offrire un nuovo modello di welfare che, soprattutto nelle zone interne, aiuta a compensare la carenza di servizi alla persona.
A “Fieracavalli” c’è anche il Ministero dell’Agricoltura, che permette agli appassionati e ai professionisti di assistere alle gare del circuito di morfologia e salto in libertà ed agli spettacoli equestri. Tra le principali novità, l’Area Arti e Mestieri dove prendono vita la tradizione della mascalcia, del grooming e dell’artigianato in cuoio. Stefano Falaschi, Maestro della mascalcia italiana riconosciuto a livello internazionale, mostra il proprio talento lavorando a fianco di tre studenti dell’Istituto “Emilio Sereni” di Roma dando vita a dimostrazioni dal vivo, evidenziando come la mascalcia sia non solo un mestiere, ma una vera e propria arte da tramandare. Inoltre, gli studenti dell’Itas “G. Pastori” di Brescia si esibiscono in dimostrazioni pratiche di grooming e sellaggio, mentre il settore forestale dell’Istituto “A. Parolini” di Bassano del Grappa presenta dimostrazioni di lavorazione del legno, esibendo la bellezza e la funzionalità dei materiali naturali. L’impegno del Ministero si riflette anche nella collaborazione con istituti agrari e alberghieri, coinvolgendo i giovani in prima persona come gli studenti dell’Ipseoa “Angelo Berti” di Verona che accolgono i visitatori. E infine, anche quest’anno il Ministero ha portato l’arte a “Fieracavalli” con l’esposizione della scultura del grande cavallo di Nag Arnoldi, l’artista ticinese famoso in tutto il mondo per la sua predilezione per il mondo animale.
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