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AGRICOLTURA & EUROPA

Ocm e lotta alle pratiche commerciali sleali: le proposte della Commissione Ue per gli agricoltori

Più potere contrattuale, sostegno alle organizzazioni di categoria e applicazione delle norme transfrontaliere. La palla ora a Parlamento e Consiglio
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Ursula von er Leyen, presidente Commissione Ue

La presidente Ursula von der Leyen le aveva annunciate e la Commissione Europea le ha presentate. Sono state pubblicate le proposte di Bruxelles per rivedere le norme sull’Ocm (Organizzazione comune dei mercati agricoli) e sulle pratiche commerciali sleali al fine di garantire agli agricoltori un giusto margine sui prezzi di vendita, sostenendo così il loro reddito e la loro posizione all’interno della filiera agroalimentare: buoni propositi che rientrano tra gli obiettivi fondanti della Pac, la Politica Agricola Comune, già ieri approfondita dai Ministri dell’Agricoltura europei che hanno firmato, all’unanimità, le loro raccomandazioni alla Commissione in prospettiva post 2027, con la promessa di concentrarsi sempre più verso il sostegno agli agricoltori.
Vari gli emendamenti presentati oggi, in particolare per quanto riguarda l’Ocm. Bruxelles intende innanzitutto rafforzare, sotto il punto di vista degli “obblighi generali”, i contratti tra agricoltori e acquirenti facendo sì che - oltre al rispetto dell’accordo a lungo termine - i documenti tengano conto anche degli sviluppi di mercato, delle eventuali fluttuazioni dei costi e delle condizioni economiche: tra le proposte c’è anche quella di rendere obbligatoria l’istituzione di meccanismi di mediazione tra agricoltori e acquirenti. Ampio spazio, poi, per organizzazioni e associazioni di produttori: la Commissione vorrebbe consentire agli Stati membri di poter dare a queste entità maggiore sostegno finanziario in materia di Pac, oltre a semplificare normative varie per quanto riguarda il loro riconoscimento giuridico. Viene fatto anche riferimento alla possibilità per l’Unione Europea stessa di finanziare tali organizzazioni in caso di iniziative private di gestione delle crisi. Più ordine, invece, per quanto riguarda le parole “giusto”, “equo” e “filiere corte”, con la volontà di dover definire meglio quando effettivamente questi termini debbano essere utilizzati. Infine, la proposta di ampliamento ad agricoltori o altri attori per la promozione di iniziative di sostegno al rinnovamento generazionale, di salvaguardia della redditività delle piccole aziende agricole o di miglioramento delle condizioni di lavoro.
Parallelamente, la Commissione ha proposto anche nuove misure sull’applicazione transfrontaliera delle norme contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. In media, circa il 20% dei prodotti agricoli e alimentari consumati in un Paese Ue proviene da un altro Stato membro: è quindi necessario - secondo Bruxelles - rafforzare la cooperazione tra le autorità nazionali preposte all’applicazione delle norme, in particolare migliorando lo scambio di informazioni, le indagini e le sanzioni. Grazie all’istituzione di un meccanismo di assistenza reciproca, le autorità avranno la possibilità di chiedere e scambiare informazioni tra loro e richiedere a colleghi o omologhi di adottare misure di esecuzione per loro conto. Questo approccio consentirebbe - spiega la Commissione - a chi di dovere di concordare l’avvio di un’azione coordinata ogniqualvolta vi sia il ragionevole sospetto di diffuse pratiche commerciali sleali di dimensione transfrontaliera.
“Con l’avvicinarsi delle festività e le famiglie che si riuniscono per condividere i pasti, ci viene in mente la dedizione degli agricoltori che rendono possibili questi momenti intorno alla tavola - ha detto la presidente Ursula von der Leyen - l’equità per gli agricoltori è una priorità fondamentale. Redditi dignitosi, giusti prezzi, una posizione di contrattazione più forte nella catena alimentare e migliori tutele. Ecco perché, come una delle prime misure di questo mandato, sono orgogliosa di annunciare proposte che rafforzeranno la loro posizione competitiva”. E in materia di annunci la leader tedesca ha poi aggiunto anche che “la Banca europea per gli investimenti (Bei) stanzierà 3 miliardi di euro in investimenti agroalimentari con una forte attenzione per i giovani agricoltori”.
Spunti, idee e dichiarazioni che hanno colto il favore del presidente Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che apprezza le intenzioni di Bruxelles, ma precisa anche di aspettarsi adesso i fatti compiuti. Dopo le modifiche legislative proposte, infatti, adesso la palla passa al Parlamento Europeo e al Consiglio in attesa della loro adozione. “È confortante il fatto che sia stato ribadito che gli agricoltori debbano essere in una posizione di contrattazione più forte nei confronti di chi stabilisce i prezzi - ha sottolineato Giansanti - oggi sono i mercati globali a esprimerli, tendendo peraltro a livellarli verso il basso. La competizione è serrata ed è mondiale. Altri Paesi hanno messo al centro la spinta produttiva: se l’Europa non sarà capace di fare lo stesso, a certi prezzi diventerà impossibile per gli agricoltori italiani ed europei rimanere sul mercato. Quello che ci aspettiamo dall’Ue è quindi una reale attenzione con misure finalizzate allo sviluppo dell’agricoltura, settore economico sempre più determinante negli equilibri geopolitici internazionali”. E sui 3 miliardi di investimenti agroalimentari con focus sui giovani ha commentato: “è una buona notizia, in un momento in cui occorre dare qualche certezza sul futuro delle imprese agricole in un’ottica che vada oltre l’emergenza”. Temi, tutti questi, che saranno al centro dell’assemblea di Confagricoltura del 12 dicembre, a Roma, dove è prevista un’ampia riflessione sullo scacchiere internazionale in cui il settore primario gioca un ruolo di primo piano che va oltre la sicurezza alimentare.

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