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LA FOTOGRAFIA

Dallo speck al cono gelato, le “new entry” del paniere Istat con il cibo che guida i cambiamenti

Tra le 12 monitorate, la prima divisione di spesa, pari al 17,1%, riguarda la voce “prodotti alimentari e bevande analcoliche”
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Lo speck e il cono gelato entrano nel pianiere Istat 2025 (ph: Consorzio Speck Alto Adige)

Dentro parole come Speck, il tipico salume altoatesino a marchio Igp (27 i produttori autorizzati per un prodotto la cui prima testimonianza scritta sulla produzione risale addirittura al 1200), e cono gelato, un simbolo del made in Italy nel mondo (ma anche pantalone corto per donna, lampada da soffitto, camera d’aria, topper, spazzole tergicristalli, sachetti igienici per cani, e ciotola per cani e gatti), fuori “la pandemia”, con “test sierologico anticorpi Covid-19” e “tampone molecolare Covid 19”, anche per provare a voltare pagina su uno dei periodi recenti più brutti della storia: ecco le novità del “paniere” Istat, lo strumento (che conta oltre 1.900 prodotti di varie categorie) utilizzato per le rilevazioni dei prezzi al consumo, dell’inflazione e non solo. E che, in qualche modo, fotografa anche i cambiamenti nella società italiana.
Ogni anno l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo e aggiorna, contestualmente, le tecniche d’indagine e i pesi con i quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.
Nel paniere 2025 - utilizzato sia per il calcolo dell’indice Nic (per l’intera collettività nazionale) sia per quello Foi (per le famiglie di operai e impiegati), figurano 1.923 prodotti elementari (erano 1.915 nel 2024), raggruppati in 1.046 prodotti e, successivamente, in 424 aggregati. Sono circa 33 milioni le quotazioni di prezzo - di fonte scanner data e provenienti mensilmente dalla Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) - utilizzate nel 2025 per stimare l’inflazione; ulteriori 388.000 sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (Ucs); circa 237.000 sono raccolte dall’Istat (direttamente o tramite fornitori di dati) e circa 214.000 sono rappresentate dalle quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha specificato l’Istat. Nel 2025, sono 80 i comuni (in cui risiede l’84% della popolazione residente in Italia) che contribuiscono al calcolo degli indici per l’intero paniere dei prodotti a rilevazione tradizionale (nel 2024 erano 79); altri 10 comuni (in cui risiede un ulteriore 5,1% della popolazione) effettuano la rilevazione solo per alcune tariffe e servizi locali.
Analizzando le divisioni di spesa (sono 12 quelle monitorate), il wine & food direttamente o indirettamente ha il suo peso specifico: la prima divisione di spesa, pari al 17,1%, riguarda, infatti, la voce “prodotti alimentari e bevande analcoliche”, a cui si aggiunge il 3% riferito alle “bevande alcoliche e tabacchi” e il 12% dei “servizi ricettivi e di ristorazione”.

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