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IL TREND

Agli italiani piace l’alimentazione sana. Ma vogliono più dettagli sul cibo mangiato nel fuori casa

A Sana Food i risultati de “L’Osservatorio 100 Giorni Sani”: nell’“out of home” i consumatori chiedono maggiori rassicurazioni sul prodotto
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Agli italiani piace l’alimentazione sana. Ma vogliono più informazioni

Sempre più presenti negli scaffali dei negozi, e in bar e ristoranti, i prodotti biologici, naturali, funzionali e per intolleranti, ma anche vegani e sostenibili, sono una realtà in espansione e sfaccettata, comunque sia ben accolta dagli italiani che, però, mostrano anche un certo disorientamento a causa di un’offerta importante e diversificata. In un periodo storico dove l’alimentazione sana è un trend forte, tanto nel consumo delle bevande che dei cibi, si fa più attenzione a leggere quello che c’è scritto nell’etichetta ed emerge anche una curiosità sempre più accentuata da parte degli italiani che desiderano un’analisi approfondita di quello che portano nel piatto. Eppure su aspetti che riguardano il fuori casa, basti pensare alla provenienza di un prodotto, al tipo di agricoltura che viene utilizzata, all’informazione se un cibo è biologico o meno, c’è da migliorare. Sì all’alimentazione sana, ma più notizie e dettagli su quello che acquistiamo quando usciamo per mangiare fuori, è uno dei concetti ribaditi, oggi, in chiusura di Sana Food a BolognaFiere, con la presentazione dei risultati de “L’Osservatorio 100 Giorni Sani”, il progetto di Sana Food - in collaborazione con Channel Marketing Company, Toluna e Light up Italia! Claudia Maccarini, società di consulenza e ricerca di mercato - nato per fornire a produttori e distributori del settore alimentare, dati strategici e approfondimenti sulle scelte dei consumatori italiani e internazionali. Un progetto che guarda alle preferenze e alle motivazioni dei consumatori per analizzare da cosa vengono guidate le scelte di acquisto.
La ricerca, basata su un campione di 3.000 interviste in Italia e 1.000 in Danimarca (uno dei mercati principali per il bio, ndr), con due rilevazioni nel 2024, una nel periodo primavera-estate, l’altra in autunno-inverno, ha voluto esplorare il “percepito” dei consumatori con un dialogo diretto sulla definizione di “sano”, legato allo stile di vita e all’alimentazione, ma anche sulle abitudini a mangiar sano nel fuori casa, ed alla percezione del mercato del prodotto “sano” sempre nell’out of home. Guardando alle associazioni con uno stile di vita sano, emergono le parole salute (82%), benessere (76%), equilibrio (71%), natura (60%) ed energia (49%). Ma occuparsi del proprio benessere viene associato in Italia (51% contro il 31% della Danimarca) anche ad una “costrizione” e, quindi, al rigore e all’autocontrollo. Gli italiani tra le attività che costituiscono uno stile di vita sano mettono in testa (ed è lo stesso in Danimarca) il cibo, citando, infatti, il “seguire una alimentazione sana” (73%), quindi fare esercizio fisico/fitness (72%), bere almeno due litri di acqua al giorno (67%), evitare/ridurre gli alcolici (62%) ed evitare gli eccessi alimentari (62%). In merito alle aspettative sul cibo sano, gli italiani guardano ad un equilibrio tra sapore ed estetica e tra tradizione e modernità: per i consumatori il cibo sano fa bene (41%) e non fa male (31%), provoca piacere/gratificazione (41%), ma è anche esigenza fisica (24%).
C’è, inoltre, un legame forte tra natura e salubrità del prodotto. Gli italiani associano il cibo sano a frutta e verdura solo di stagione (60%), ai prodotti senza aggiunta di additivi/conservanti (59%) o fatti solo con ingredienti naturali (52%). Ma è anche associato alla Dieta Mediterranea (49%) e al cibo non processato a livello industriale (46%), naturalmente ricco di sostanze nutrienti (46%) e biologico (45%). Tra le principali associazioni non rientrano il cibo “privo di” (40%), ad esempio olio di palma, zuccheri aggiunti, nichel; la voce “arricchito di” (12%), sempre riferito all’alimento, come nel caso di omega 3, proteine, ma anche il vegano (7%).
E se per il biologico c’è una diffusa percezione da parte dei cittadini come categoria di “cibo sano”, si registra, invece, un’immagine più debole, da costruire, per quanto riguarda il mondo vegano, ma con margini di miglioramento anche per le diciture “privo di” e “arricchito di”, in considerazione anche del fatto che si fa più fatica ad orientarsi in un’offerta così vasta come è quella dell’alimentazione sana oggi in Italia. E sia per il cibo vegano (42%), che per quello “privo di” (55%) e “arricchito di” (58%) viene fuori il bisogno, nel fuori casa, di integrare le informazioni che diano valore/rassicurazione. Nel dettaglio, come è stato evidenziato nei risultati, sulle rassicurazioni sul processo (ad esempio senza additivi/conservanti, solo ingredienti naturali) per le categorie “arricchito di” e “privo di” e sulla naturalità del prodotto per il cibo vegano.
A quasi tutti gli italiani (97%) che consumano fuori casa capita di mangiare sano, ma solo la metà (51%) lo fa con costanza. Le abitudini legate all’alimentazione sana risentono dei cambiamenti stagionali, mentre, per quanto riguarda la soddisfazione per l’alimentazione sana nel “fuori casa” in Italia il 77% ha detto di esserlo “molto + abbastanza soddisfatto” (59% in Danimarca) con il 14% che è, invece, “molto soddisfatto”. Ma c’è uno spazio per migliorare le informazioni reperibili dai consumatori nei punti ristoro in modo che possano aiutarlo a capire il livello di salubrità del cibo proposto (il 63% in Italia si dichiara molto soddisfatto, il 43% in Danimarca). L’immagine, per il cibo sano, resta complessivamente positiva ed è coerente con la cultura italiana legata all’alimentazione che ha davvero poche eguali.

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