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LO SCENARIO

Il mercato del vino Usa: tra consumi in calo, e con pochi big player che dominano

Nel 2024 -7,2% in volume e -6,3% in valore (SipSource). Gallo domina per quota di mercato, con The Wine Group e Constellation Brands (dati Aawe 2023)

Gli americani bevono meno, e non solo vino. Con un calo dei consumi in volume e valore, delle bevande alcoliche, che colpisce in maniera più o meno forte tutte le categorie. A dirlo i dati sull’intero 2024 di SipSource, il sistema della “Wine & Spirits Wholesalers of America”, che rappresenta oltre il 60% dei prodotti venduti all’ingrosso per volume, provenienti da distributori in tutti i 50 Stati. Il totale di vino e liquori, ha registrato un calo del -5,4% in volume e del -4,8% in valore sul 2023, con il vino a -7,2% in volume e -6,3% in valore, mentre gli spirits segnano un -3,7% in volume e -4,3% in valore. L’unica categoria che cresce, e che ormai rappresenta il 14,2% del mercato degli alcolici, è quella dei cocktail premiscelati, a +3,4% in volume e +3,5% in valore, con i convenience store americani a fare da traino come canale di vendita.
“Il cambiamento delle scelte di vita, tra cui l’aumento delle tendenze alla moderazione e all’astinenza, sta rimodellando i modelli di consumo. Inoltre, l’industria sta affrontando la concorrenza di bevande alternative per adulti come bevande energetiche, bevande a base di prodotti botanici e prodotti derivati dalla canapa, che stanno conquistando sempre più occasioni di consumo tradizionalmente legate agli alcolici”, ha affermato Dale Stratton, analista di SipSource.
E guardando al futuro, su quello che è il primo mercato straniero per il vino italiano, che nonostante tutto vede le esportazioni in crescita nel 2024 (+9% in valore nei primi 11 mesi 2024 sul 2023, per 1,7 miliardi di euro, secondo i dati Istat analizzati da WineNews) se non ci saranno grosse novità nelle politiche commerciali americani, dazi sui vini europei in primis (che ad oggi secondo gli importatori non sono così temuti), per SipSource il 2025 dovrebbe essere un anno di relativa stabilità, per guardare ad un ritorno alla crescita nel 2026.
“Sebbene le sfide del 2024 abbiano messo alla prova la resilienza del nostro settore, rimaniamo ottimisti riguardo al futuro, ma non tutte le condizioni di mercato saranno sotto il nostro controllo - ha aggiunto Stratton - la stabilizzazione nel 2025 aprirà la strada a un rinnovato slancio nel 2026, ed il settore alle mutevoli richieste dei consumatori e alle dinamiche di mercato in evoluzione”. Il tutto da leggere anche nell’ottica di un mercato americano sempre più concentrato, come emerge dai dati del “Wine Handbook” 2024 del Beverage Information Group, analizzati dalla American Association of Wine Economist. Secondo cui, nel 2023 (anno in cui le vendite di vino in Usa hanno raggiunto la cifra di 107 miliardi di dollari) tre big player hanno fatto la metà del mercato del vino in Usa, ovvero Gallo (con il 32,6% della quota di mercato, e che distribuisce anche realtà italiane come Allegrini, Argiano, La Marca, Jermann, Ceci, Pieropan, Poggio al Tesoro, Renato Ratti e Tornatore, tra le altre), The Wine Group (10,3%) e Constellation Brands - che in Italia controlla una realtà di primo piano come Ruffino - con il 6,4%. E tra i primi 25 “wine suppliers” in Usa, nel 2023, figurano, tra gli altri, anche Freixenet Mionetto Usa (0,6%) e Zonin Usa (0,4%).

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