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“IL PILASTRO DELL’EXPORT”

L’Italia in difesa del suo agroalimentare, per trovare la quadra tra alleati storici e nuovi mercati

Dibattito a “Agricoltura È” tra i Ministri Lollobrigida, Tajani e Urso e Zoppas, presidente Ice. I dazi spaventano e il Governo studia nuove strategie

Il record di sempre dell’agroalimentare italiano nel 2024, e del vino in particolare, che si scontrano con lo spettro dei dazi minacciati contro i prodotti dell’Ue dal Presidente americano Donald Trump, per un’Italia che deve essere capace di mantenere l’equilibrio sull’asse Roma-Bruxelles-Washington e dialogare oltreoceano (come sostengono gli appelli e le lettere di associazioni di categoria, consorzi e rappresentanze internazionali e italiane, dai Consorzi del Chianti e del Vino Nobile di Montepulciano dalla Toscana ai Consorzi di Prosecco Doc, Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e Vini Asolo Montello dal Veneto, all’intera filiera vitivinicola italiana - Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Italiane, Copagri, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi - rivolti alle istituzioni di Italia, Ue e Usa). E dei modi di reagire e agire in seno all’Unione Europea, dei nuovi mercati da aprire e di quelli storici da continuare a coltivare. Se ne è parlato, ieri, ad “Agricoltura È”, il Villaggio al centro di Roma, in Piazza della Repubblica, voluto dal Ministero dell’Agricoltura, nell’anniversario dei Trattati di Roma del 25 marzo 1957, che diedero vita alla Cee prima e all’Unione Europea poi, nel panel “L’agroalimentare pilastro dell’export italiano nel mondo” con il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il presidente dell’Agenzia Ice, Matteo Zoppas, moderati da Bruno Vespa, decano del giornalismo italiano. Aspettando, stasera, la chiusura delle celebrazioni con la Premier Giorgia Meloni (in diretta streaming).
“Il made in Italy vale oggi 623 miliardi di euro - ha esordito Zoppas - e l’obiettivo è arrivare a 700 miliardi. L’agroalimentare vale 69 miliardi e vogliamo raggiungere quota 100. Per farlo continueremo a supportare gli imprenditori italiani e le loro imprese. Sperando che i dazi siano solo proclami e non l’inizio di una guerra commerciale. Sicuramente nel primo trimestre 2025 ci sarà un rallentamento”.
Bruno Vespa ha incalzato Tajani: “l’Unione Europea a mettere i dazi al 50% sul bourbon non ha compiuto una sciocchezza?”, ha chiesto il giornalista. E il Ministro ha ribattuto: “noi esportiamo molto più vino di quanto bourbon importiamo, quindi sanzionare il whiskey è darsi la zappa sui piedi - ha detto - però se vogliamo continuare, come Italia, ad esportare più prodotti negli Usa dobbiamo anche importare di più dagli Stati Uniti. Un piano d’azione? Abbiamo fatto uno studio che ci ha detto che ci sono ottimi mercati dell’export anche extra-Ue come Canada, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Messico, Filippine, Indonesia, India. Paesi dove c’è possibilità di esportare ancora di più e internazionalizzare le nostre imprese e avere un ritorno per l’Italia. Criticare l’Ue non significa essere contro l’Europa, noi siamo alleati con gli Stati Uniti da sempre. Siamo due facce della stessa medaglia che si chiama Occidente”.
Il Ministro Adolfo Urso ha tracciato un parallelismo con la pandemia da Covid-19: “è stato lì che le aziende italiane hanno scalato le classifiche dell’export - ha spiegato - questo perché il nostro sistema è fatto da imprese resilienti ed è ciò che dobbiamo fare anche adesso: supportando e indirizzando le nostre imprese. Non dobbiamo accontentarci solo delle quattro “A”: alimentazione, abbigliamento, arredo e automazione. Sono settori che vanno rafforzati, ma da soli non bastano. Non possiamo limitarci a reagire, ma dobbiamo agire, dialogare e interagire. E realizzare la nostra politica come Unione Europea”.
Il Ministro Francesco Lollobrigida ha ribadito l’importanza del dialogo con gli Stati Uniti, “nostro alleato strategico”, ma rimane perplesso di fronte alle voci che arrivano dalla Casa Bianca: “le tariffe doganali non devono danneggiare i sistemi economici - ha sottolineato - anche perché se un consumatore americano vuole comprarsi il Parmigiano, i dazi non è che lo fanno virare sul “parmesan”. Anzi, acquisterà comunque il Parmigiano made in Italy pagandolo anche di più, e generando inflazione”. Rimarcato poi il valore dello Stivale a Bruxelles: “si dice sempre che senza Unione Europea non si va da nessuna parte. Io aggiungo però che senza l’Italia anche l’Europa non va da nessuna parte - ha concluso - d’accordo sull’aprire a nuovi mercati, ma non scordiamoci quelli di nostro riferimento in Ue e Usa”.

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