“Il mondo siamo noi, non è niente di staccato e separato da noi. Il mondo non è qualcosa che osserviamo a distanza e, come è stato giustamente osservato da tanti filosofi, il mondo non si cambia come si cambia un vestito, un’automobile o un telefono, perché il mondo non è un oggetto né una cosa. Il mondo, come diceva un famoso filosofo, è tutto ciò che accade e oggi sappiamo, anche grazie alle scienze, che tutto ciò che accade è intrecciato, interconnesso. Dunque, non si può cambiare il mondo se non si cambia innanzitutto il modo in cui lo abitiamo, lo viviamo, lo sentiamo e lo pensiamo. E per cambiare il modo in cui lo abitiamo, lo viviamo, sentiamo e pensiamo, occorre fondamentalmente modificare il mondo in cui percepiamo noi stessi e le cose. Tutte le cose con le quali condividiamo la nostra esistenza: gli altri animali, i vegetali la realtà minerale. Ogni forma di vita sulla terra”. È la riflessione del filosofo Nicola Perullo, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che “amando particolarmente” il tema “Un’Altra Idea di Mondo” del Congresso Nazionale di Slow Food Italia 2025, in questi giorni alla Fao, a Roma (e che è anche il titolo del documento programmatico per il futuro lanciato dalla Chiocciola), si chiede “ma cos’è il mondo?” e spiega il significato del “cibo come relazione”.
“Il mondo è un vero e proprio condominio - secondo Nicola Perullo - Homo vi abita, ma non ne possiede l’esclusiva. Anzi, volendo continuare con la metafora condominiale, Homo dispone di pochi millesimi: ci sono abitanti molto più numerosi, grandi e antichi. E tuttavia, l’umano ha qualche responsabilità che gli altri viventi non hanno, sia perché ha una vita molto dispendiosa sia perché - o forse proprio perché consuma molto - ha il compito di gestire il condominio”.
Ma, si chiede ancora il filosofo, “come si fa a cambiare prospettiva, come si può cambiare il nostro sentire/pensare cioè percepire il mondo? Il cibo è un’occasione formidabile per provare a farlo. Il cibo è, infatti, il più evidente segno di compartecipazione al mondo: il cibo si produce, si elabora e si mangia nella continua collaborazione di tutti i viventi - minerali, vegetali, animali - del pianeta”.
Per questo, per il Rettore dell’Università di Pollenzo, “dobbiamo, dunque, modificare una stortura a cui la nostra mentalità più moderna e scientifica ci ha abituato, quella di vedere il cibo come un oggetto da misurare e di cui appropriarsi nella divorazione. E passare invece a percepire il cibo come un insieme di processi, come una corrispondenza dinamica:sentire/pensare-con il cibo significa viverlo come una relazione, come una continua domanda a cui siamo tenuti a rispondere. Responsabilità: questa parola, a cui facciamo spesso ricorso senza comprenderla fino in fondo, significa in realtà capacità di rispondere. Ma si risponde soltanto se si sente che il nostro interlocutore ci pone domande e chiede di essere riconosciuto. Il cibo è il nostro principale interlocutore, non è un oggetto di cui appropriarsi”.
Piuttosto, spiega Nicola Perullo, “il cibo è una rete” e dobbiamo “tornare a percepire il gustare in primo luogo non come esclusiva valutazione sensoriale di un oggetto, ma come una domanda, scoperta, punto di attenzione e di ascolto. Gustare è una risonanza di collaborazione, compassione, condivisione che rimanda a processi: dalla produzione al consumo, dalla trasformazione alle tradizioni, agli stili, alle storie. Il cibo è relazione: assaggiamo una verdura, un legume, un formaggio,un pane, una bevanda e ascoltiamo le maglie, le interconnessioni che il mondo ci presenta. Percepire-con il cibo significa entrare in risonanza con la bellezza o con la miseria che ci viene incontro e che richiede una capacità di rispondere che, a un certo punto della nostra evoluzione umana, abbiamo cominciato a perdere e dimenticare. Occorre rieducarci a questa capacità”.
È, così che, conclude il filosofo “un’altra idea di cibo è possibile: questo è, io credo, l’insegnamento più profondo, radicale e imperituro che Slow Food ha mostrato al mondo intero, e che continua oggi a risuonare nelle visioni e nei progetti che porta avanti”.
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