Tengono leggermente i valori, ma forse più per l’inflazione o per la crescita (seppur contenuta) della categoria degli spumanti, e continuano a diminuire i volumi negli acquisti di vino nella grande distribuzione italiana. Nell’anno compreso tra la fine agosto 2024 e quella di luglio 2025, i saldi dicono +0,7% in valore sullo stesso periodo 2023-2024, a 1,88 miliardi di euro complessivi, ma -2,5% in volume, per 427,8 milioni di litri tra gli scaffali di iper e supermercati e libero servizio piccolo, secondo i dati Circana, analizzati da WineNews.
Tra i principali formati, guardando ai volumi, non si salva praticamente nessuno, visto che le classiche bottiglie da 0,75 litri (che valgono oltre l’80% del giro d’affari, a 1,5 miliardi di euro, +1,4%) segnano un calo del -0,9%, mentre crollano i classici “bottiglioni” fino a 2 litri (-7,7%), così come il vino in brick (-5,4%), con l’unico formato a guadagnare terreno che è il bag-in-box (+2,5%), che rappresenta una quota non trascurabile sia volume (4,8%) che a valore (2,5%) sul totale.
Come accade da anni, se la passano un po’ meglio gli spumanti, il cui valore nei consumi domestici degli italiani (in modo simile a come accade per le esportazioni) valgono quasi un terzo del totale, tanto che nel periodo di riferimento hanno toccato i 619,8 milioni di euro (+1,9%) per 80,8 milioni di litri (+2,5%), con il mondo Prosecco (e Charmat più in generale) che vale poco meno della metà in entrambi i parametri (301 milioni di euro in valore, +1,7%, e 38,5 milioni di bottiglie in volume, +3,4%), anche se cresce in maniera importante lo spumante Metodo Classico (+3,8% in quantità, con 7,3 milioni di bottiglie, e +4,6% in valore, a 136,7 milioni di euro).
Un trend simile, tra vini fermi e spumanti, si registra anche nel settore delle “private label”, che inizia a coprire una quota importante del mercato del vino tricolore in gdo, pari, nel periodo in analisi, ad oltre il 15% del totale a volume (e intorno al 10% in valore), come dire che una bottiglia e mezzo su dieci del vino venduto nel canale è a marchio del distributore. Nel complesso, la categoria è stabile in valore (+0,2%, a 182,7 milioni di euro), ma flette in volume, anche se meno della media (-1,9%, a 64,8 milioni di litri). Con gli spumanti private label, invece, in crescita del +1,5% in valore (40,4 milioni di euro) e del +3,5% in volume (5,6 milioni di litri).
Numeri che non raccontano novità, e nessuna inversione di rotta, ma che testimoniano il lento e progressivo assestamento a ribasso dei consumi di vino italiano, che sta mettendo al primo posto della sua agenda il dibattito su quali strumenti adottare per riequilibrare una produzione che, ad oggi, è troppo abbondante rispetto a quanto richiede il mercato, d’Italia e del mondo.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025