Non è certo un bel momento per i consumi e questo vale anche per la prima economia del mondo, quella degli Stati Uniti. Fattori come dazi, tensioni geopolitiche, tanto per citarne alcuni, ma non gli unici, alimentano l’incertezza economica e, di conseguenza, frenano i consumi. Tra i comparti che si trovano a dover subire il colpo, ci sono quelli dei pubblici esercizi, degli alcolici e del food & beverage in generale. Secondo una ricerca di Popmenu, realtà che opera nel mondo della tecnologia, servendo oltre 10.000 ristoranti, il 67% dei consumatori statunitensi afferma di ridurre le spese su tutto, da ciò che mangiano a ciò che indossano, ma anche su viaggi e attività ricreative, consumo di alcolici e altro ancora. Manca il clima di fiducia, tanto che tre consumatori su quattro (75%) temono che gli Stati Uniti possano entrare in recessione quest’anno.
Lo studio, nazionale, ha monitorato i comportamenti di consumo e acquisto di 1.000 consumatori statunitensi, di età pari o superiore a 21 anni, a giugno 2025. Alla domanda su quali siano le principali aree in cui, quest’anno, stanno riducendo le spese all’anno scorso, la maggior parte dei consumatori ha indicato i ristoranti (61%), seguiti da nuovi vestiti/scarpe (52%) e intrattenimento (49%). Al n. 4 ci sono i viaggi (47%) che, di riflesso, generano ricadute negative per alloggi e ristorazione, ma il calo di spesa è significativo anche per generi alimentari (34%) e consumazioni alcoliche (32%).
Secondo lo studio di Popmenu, attualmente i consumatori spendono in media 115 dollari a settimana per i ristoranti e 235 dollari per la spesa alimentare. Più della metà (57%) cena o ordina dai ristoranti almeno due volte a settimana con la percentuale più alta (44%) che preferisce l’asporto, dove può evitare le spese di consegna e ricevere il cibo più velocemente, mentre il 34% sceglie di mangiare al ristorante e il 22% si rivolge alla consegna a domicilio. Non a caso i ristoranti a servizio rapido, come i fast food, dominano le preferenze. Guardando al budget a disposizione, a giugno il 44% dei consumatori prevedeva di ridurre la spesa per i ristoranti rispetto all’estate scorsa, il 18% di aumentarla e il 38% non prevedeva cambiamenti. Oltre a ridurre le spese al ristorante, i consumatori si stanno impegnando attivamente per risparmiare sulla spesa alimentare: ad esempio il 49% acquistando prodotti alimentari più economici o generici; il 47% comprando meno snack; il 43% mettendo nel carrello solo di beni di prima necessità; il 43% utilizzando coupon.
“Mentre la domanda di buon cibo e ospitalità continua, i consumatori stanno diventando più esigenti con le loro finanze”, ha affermato Brendan Sweeney, ceo e co-fondatore Popmenu. Tutto questo “mentre la fiducia nell’andamento economico degli Stati Uniti diminuisce” ha proseguito Sweeney, sottolineando come “i ristoranti non solo devono competere più duramente tra loro ma devono farlo anche con tutte le altre aziende che cercano di ottenere una quota maggiore della spesa dei consumatori. Coinvolgere costantemente i consumatori attraverso i canali digitali e offrire incentivi economici per cenare in un locale è ora più importante che mai”.
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