Un “colosso” da oltre 3.580 dipendenti con un fatturato di 1,3 miliardi di euro nel 2022, l’80% derivato da un export che coinvolge oltre 178 Paesi, prima realtà esportatrice di vino in Francia e n. 5 al mondo. Sono alcuni numeri de Les Grands Chais de France (Gcf), uno dei top player del mondo del vino internazionale con marchi come Calvet, Grand Sud, Jp Chenet e Divine (vodka) che, riporta “Vitisphere”, dopo l’accordo di cooperazione firmato a giugno, fa un ulteriore passo avanti annunciando la finalizzazione dell’acquisizione di Maison Bouey, una delle poche realtà familiari “indipendenti” rimaste a Bordeaux, con effetto dall’1 ottobre.
In particolare, si specifica che Masion Bouey “sarà ora supportata dall’attività di Gcf, dai suoi strumenti logistici all’avanguardia e dalla sua rete commerciale internazionale, pur preservando la sua identità e indipendenza”. L’operazione viene annunciata, infatti, come una “convergenza strategica basata sul know-how complementare delle due aziende” con l’integrazione di Maison Bouey nel gruppo alsaziano che “consentirà a Gcf e alle sue controllate Calvet Dulong e Crus et Domaines de France (Cdf) di rafforzare la loro presenza nel commercio di Bordeaux, consolidare il portafoglio marchi e confermare l’ambizione di diventare un partner di riferimento del vigneto bordolese”.
Oltre al confezionamento e allo stoccaggio dei vini Bouey nel sito Gcf di Landiras (l’equivalente di 8 milioni di bottiglie), all’accesso a nuovi formati con cui non aveva finora lavorato, è “la rete commerciale internazionale del leader nell’esportazione di vini francesi”, che diventa accessibile all’azienda guidata da Jacques Bouey. Questa fusione mira a coniugare ,“la tradizione e l’eccellenza del vigneto bordolese con la forza e la modernità di un grande gruppo internazionale”, ribadisce, infatti, un comunicato stampa degli ad delle due realtà, Joseph Helfrich e Jacques Bouey.
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