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ECONOMIA

Un’ondata di notizie sul cambiamento climatico può far scendere il valore di una bottiglia di vino

È l’effetto “Climate extrapolation”, studiato dall’Università di Auckland, per il quale la preoccupazione per il clima influenza mercati anche lontani
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Gertjan Verdickt, professore di Finanza all’Università di Auckland autore dello studio

Un’ondata di notizie sul cambiamento climatico può bastare a far scendere il valore di una bottiglia di vino pregiato. Non si tratta di una metafora, ma di una scoperta curiosa emersa da una recente ricerca condotta da Gertjan Verdickt, professore di Finanza alla Business School dell’Università di Auckland. Lo studio, diffuso nei giorni scorsi dalla stessa università, rivela che più cresce l’attenzione mediatica sui temi ambientali, meno i consumatori sono disposti a pagare per il vino straniero. In un mercato dove il prestigio e la rarità fanno il prezzo, è sorprendente scoprire che ad influenzare le aste internazionali, per esempio, non siano solo l’annata o il terroir, ma anche i titoli dei giornali. Questo perché la preoccupazione globale per il cambiamento climatico sta raggiungendo mercati apparentemente lontani dalle questioni ambientali, come quello del vino d’investimento, dimostrando quanto le percezioni pubbliche possano incidere sulle dinamiche economiche. Una teoria suggerisce che una maggiore consapevolezza dei rischi climatici spinga gli investitori a ricercare asset percepiti come resilienti, aumentandone così il valore. Un’altra ipotesi è che la consapevolezza climatica renda le persone più caute, evidenziando le vulnerabilità di alcuni asset e riducendone la domanda. E per chi sta pensando di acquistare o investire in vini pregiati, potrebbe diventare sempre più importante monitorare l’opinione pubblica sul cambiamento climatico, poiché continua a influenzare i valori di mercato in tutto il mondo.
Un segnale concreto di come il “climate change” stia ridefinendo le regole del valore nel mondo del vino arriva anche dalle scelte dei produttori: basti pensare a Château Lafleur, uno dei nomi più prestigiosi di Bordeaux, che dal 2025 ha deciso di non rivendicare più le denominazioni Bordeaux e Pomerol per avere maggiore libertà nella gestione delle sfide climatiche. Questa scelta, come abbiamo raccontato su WineNews, rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma: se da un lato la percezione del rischio climatico influenza il valore dei vini sui mercati internazionali, dall’altro i produttori rispondono cercando autonomia e flessibilità, anche a costo di rinunciare a marchi storici, per poter innovare e adattarsi a un contesto in rapido mutamento.
“Mi sono chiesto: se aumenta la quantità di notizie legate al clima, le persone sono disposte a pagare di più o di meno per il vino straniero? La mia analisi mostra che sono disposte a pagare di meno - spiega Verdickt - l’impatto economico è significativo: un aumento di una deviazione standard nell’attenzione mediatica al clima è associato a una diminuzione del -3,58% nel prezzo di una bottiglia”. In termini pratici, ciò significa che quando le notizie sul clima aumentano, il prezzo che una persona è disposta a pagare per una bottiglia da 480 dollari scende di circa 17 dollari, afferma lo studio. Secondo Verdickt, questa diminuzione può rappresentare un costo rilevante per collezionisti e gestori di fondi. Il fenomeno è stato definito “climate extrapolation”: gli investitori proiettano le notizie sul clima provenienti dal proprio contesto locale sul valore di beni prodotti altrove, come i grandi vini francesi.
“Ho confrontato il prezzo di questi vini all’estero rispetto al loro prezzo in Francia; ho utilizzato la Francia come punto di riferimento. In teoria, il rapporto dovrebbe essere pari a uno, cioè una bottiglia dovrebbe costare lo stesso all’estero come in Francia. Quando questo rapporto cambia, cerco di capire il perché”, spiega Verdickt. Lo studio ha utilizzato un ampio dataset composto da oltre 68.000 prezzi d’asta dei Premier Cru di Bordeaux provenienti da 222 case d’asta in 17 Paesi, tra cui la Nuova Zelanda, per un totale di oltre 70.000 transazioni analizzate. “Ho raccolto un vasto insieme di dati da case d’asta che vendono vini di cinque produttori di Premier Cru di Bordeaux in Francia. Sono considerati tra i migliori al mondo. Per via della loro reputazione, sono molto richiesti e il prezzo medio di una bottiglia si aggira intorno ai 480 dollari - spiega Verdickt - non è il tipo di vino che si apre con leggerezza durante una serata qualunque. Allo stesso tempo, questi vini vengono scambiati frequentemente, il che li rende un buon prodotto da analizzare”. I vini analizzati provengono dai cinque tra gli châteaux più prestigiosi di Bordeaux: Haut-Brion, Lafite Rothschild, Latour, Margaux e Mouton Rothschild, e che costituiscono il segmento più liquido e globalmente scambiato del mercato vinicolo, formando l’intero indice Liv-Ex. Esistono persino fondi d’investimento dedicati esclusivamente a questi cinque produttori, rendendo questi vini, pur essendo beni di consumo, anche veri e propri “investment-grade wines”. Il dataset include anche dati sulle notizie climatiche per ciascuno dei 18 Paesi coinvolti nello studio. Per misurare la percezione del cambiamento climatico nei diversi Paesi, Verdickt ha utilizzato un “Climate Attention Index”, costruito analizzando oltre 23 milioni di tweet pubblicati da giornali nazionali. I tweet sono stati confrontati con testi autorevoli sul cambiamento climatico per generare un indice giornaliero con punteggi specifici per ciascun Paese.
“Il messaggio chiave dello studio è che le esperienze personali legate al clima possono influenzare il comportamento degli investitori, in linea con altre ricerche che mostrano come tali esperienze possano condizionare anche le decisioni aziendali e finanziarie. La diminuzione di quanto le persone sono disposte a pagare per una bottiglia di vino francese si accentua nei mesi estivi, quando gli effetti del cambiamento climatico sono più evidenti”, conclude Verdickt, che ha escluso altre possibili spiegazioni, tra cui disastri naturali, umore degli investitori, incertezza generale e differenze nelle condizioni delle bottiglie.

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