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PAESI GRANDI PRODUTTORI

La vendemmia va giù anche in Spagna: secondo le ultime stime, il calo è del 10-15% sul 2024

A dirlo è la Fev, che parla di un raccolto breve, ma di alta qualità, seppur con differenziazioni da zona a zona. Il “peso” degli effetti climatici
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La vendemmia 2025 è in ribasso in Italia, Francia e Spagna

Dopo la Francia e l’Italia anche la Spagna si avvia verso una vendemmia 2025 al ribasso quantitativo, a livello generale, ma con la nota positiva che riguarda la qualità. La Comisión Ejecutiva de la Federación Española del Vino (Fev), la principale organizzazione vinicola privata a livello nazionale con oltre 950 aziende vinicole associate, riunitasi, nei giorni scorsi, a Sant Sadurní d’Anoia, ha affrontato anche il tema della vendemmia nei vigneti di quella che è la terza potenza enoica al mondo. La Fev parla di una vendemmia già diffusa in gran parte del Paese, breve e di alta qualità. In linea con altre proiezioni annunciate nelle ultime settimane, è stata prevista una vendemmia di vino e mosto inferiore del 10-15% sul 2024, che si è chiuso a 36,8 milioni di ettolitri, ben lontana dai 40 milioni di ettolitri raggiunti, ad esempio, nel 2021 o nel 2022.
Tuttavia, si tratta di un dato complessivo che varia notevolmente tra le varie regioni vinicole. In alcuni territori, infatti, potrebbero verificarsi cali di produzione fino al 40% o al 50% a causa di forti ondate di calore, siccità o alcune malattie della vite come la peronospora. Per il Comitato Esecutivo della Fev, questi dati servono a ricordare che la vinificazione è strettamente legata alle condizioni meteorologiche, sottolineando anche la necessità di adottare misure decise per adattarsi agli effetti del cambiamento climatico, al fine di garantire la produzione e la futura sostenibilità del settore. I viticoltori rappresentati dalla Fev, inoltre, si legge nella nota, “hanno anche cercato di affrontare e rispondere a tutte le lamentele sproporzionate e infondate che le organizzazioni agricole hanno presentato su vari media dall’inizio della vendemmia, e hanno sottolineato che le loro cantine associate rispettano scrupolosamente la Ley de la Cadena Agroalimentaria”. Quest’anno, “a causa dei previsti tagli alla produzione, il rispetto delle normative sta portando a significativi aumenti dei prezzi dell’uva per soddisfare l’obbligo di coprire i costi effettivi di produzione e, in alcuni casi, compensare le basse rese dei viticoltori. L’aumento dei costi di approvvigionamento delle materie prime, naturalmente, si ripercuote a sua volta sul resto della filiera del settore”.
La Fev prevede “una vendemmia breve e di alta qualità e ricorda alle aziende vinicole il rispetto diffuso della Ley de la Cadena”, e quindi la legge della filiera, ma chiede anche “all’Agencia de Información y Control Alimentarios (Aica) di mostrare una certa flessibilità e di riflettere su alcuni aspetti della legge, poiché è praticamente impossibile prevedere contrattualmente una carenza improvvisa come quella che si sta verificando quest’anno in alcune zone della Spagna. La legge non consente un adeguamento al rialzo del prezzo concordato una volta consegnata l’uva, ovvero quando si conosce l’effettiva riduzione della produzione prevista. Questa situazione potrebbe potenzialmente danneggiare la cantina, che, suo malgrado, potrebbe violare la legge non coprendo i costi effettivi di produzione con il prezzo precedentemente concordato. Potrebbe anche danneggiare il viticoltore, che riceverebbe meno di quanto l’acquirente sarebbe disposto a pagare a causa della riduzione della quantità finale di uva consegnata”.

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