Antinori affronta dazi e restrizioni nel mercato americano … Il gruppo Antinori si trova a fronteggiare dazi statunitensi e restrizioni canadesi, mentre cerca di mantenere la redditività nonostante le sfide economiche e le giacenze di vino in Italia...Un 2025 difficile anche per la corazzata Antinori? Oltre ai dazi sui vini italiani esportati negli Usa, i vini della Napa Valley di Antinori California combattono contro le restrizioni del monopolio canadese, in particolare nelle province di Québec e Ontario, come ritorsione alle tariffe di Trump. “Altro che restrizioni: il vino americano è proprio sparito dagli scaffali canadesi”, ammette Renzo Cotarella, ceo del gruppo Antinori. “Ci sono notizie che potrebbe tornarci a marzo”. Tuttavia ci sarebbe una schiarita nell’ambito dell’accordo Canada-Usa-Messico con la rimozione dei dazi ritorsivi del 25%, ma ora l’ultima parola spetta ai monopoli provinciali canadesi. Cotarella però non attende e sostiene che l’opzione è quella “di collocare più vino negli Stati Uniti che consumano il 70% del vino prodotto”. A livello più generale, Cotarella commenta con ItaliaOggi, nel corso di una ricognizione nei vigneti del Chianti classico (sul cellulare la voce va e viene), che “la domanda non è brillante e ci sono anche delle giacenze in giro per l’Italia. Confidiamo però di replicare le vendite del 2024 anche se, a causa del mini-dollaro e dei dazi americani, potremmo avere un’erosione della nostra alta redditività”. Il business del vino del gruppo Antinori si suddivide fra varie tenute agricole e commerciali in Italia, negli Stati Uniti e in Cile sotto la regia di Marchesi Antinori spa e dalla holding Palazzo Antinori. Secondo dati aziendali, nel 2024 ricavi sono stati di 262 mln (+7%), l’Ebitda di 139,5 mln (il 53% del fatturato) e l’utile operativo di 122 mln. Il debito netto è di 245 mln, 1,7 volte l’Ebitda. Nella galassia Antinori (3.350 ettari di proprietà dichiarati) rientrano anche le cantine Jermann e Biserno. Antinori è presente in Toscana con numerose tenute (1.800 ettari) e poi Franciacorta, Piemonte (Barolo e Barbaresco), Umbria, Friuli e Puglia. Negli Usa, Antinori California è proprietaria di Stag’s leap wine cellars (220 ettari) nella Napa Valley e Col Solare nello stato di Washington. La società Marchesi Antinori si è assicurata il controllo dei due asset americani contraendo prestiti e obbligazioni per 505 mln da Bnl, Intesa e Unicredit. A sua volta la sub holding toscana ha finanziato con 250 mln di dollari (tasso fisso del 5%) Antinori California che nel 2024 ha pagato interessi per 11,6 mln di euro e ha chiuso il bilancio con una perdita di 9,6 mln. “Siamo intervenuti noi perché era chiaro che Antinori California non sarebbe stata in grado di far fronte al debito dopo le acquisizioni», sottolinea Cotarella. E il piano di rientro dal debito? «Ha una durata di 7 anni, ma noi puntiamo a estinguerlo prima del 2030”. Poi Cotarella si sofferma sulla vendemmia in partenza: ottimo stato delle uve rosse e buona resa delle bianche già vendemmiate. “Le rosse pregiate toscane e piemontesi sono ancora tutte da raccogliere, ma ci sono i presupposti per una vendemmia abbondante. Speriamo solo in un meteo clemente”. Vendemmia generosa e giacenze di vino elevate mettono a rischio la stabilità dei prezzi? “La mia anima contadina mi impedisce di pensare che dopo un anno di duro lavoro debba sperare in una vendemmia scarsa. Al massimo potremo selezionare le uve migliori, ma non parlatemi di vendemmia verde”.
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