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ECCELLENZE

Con 3,6 miliardi di euro di produzione agricola e 42.000 imprese vola la Toscana dell’agroalimentare

La Dop economy vale 192 milioni e i turisti sono “innamorati” di cibo e accoglienza: la fotografia di Ismea per BuyFood Toscana (21-23 ottobre)
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A BuyFood Toscana i numeri record della regione

Nel 2024 il valore della produzione agricola della Toscana ha raggiunto la cifra record di 3,6 miliardi di euro (+4% sul 2023); quasi 42.000 le imprese del settore (il 5,6% del totale nazionale), di cui il 6,8% è guidato da under 35 e il 30,4% è a conduzione femminile, superando la media italiana. Gli occupati sono circa 45.000, pari al 5,5% del totale nazionale, concentrati soprattutto nella produzione primaria, ma in crescita anche nelle attività di trasformazione e servizi collegati, come agriturismo, vendita diretta e turismo rurale. La Dop economy della regione vale 192 milioni (+7,4% sul 2023), l’export agroalimentare 4 miliardi di euro e il valore del sentiment dei turisti registrato sul web è 86,5 su 100, in aumento rispetto all’anno precedente: è questa la fotografia del comparto scattata da Ismea per BuyFood Toscana (21-23 ottobre a Firenze), edizione n. 7, vetrina internazionale del gusto made in Tuscany.
I dati, alla luce dei recenti sviluppi internazionali, confermano la centralità e la forza della Dop Economy Toscana come leva di competitività e identità territoriale, che insieme ad un patrimonio enogastronomico di eccellenza e ad una crescente attenzione alla sostenibilità e al biologico trainano il comparto agroalimentare del made in Tuscany. La Toscana infatti si conferma regione leader per numero di registrazioni Ig, con 90 tra Dop e Igp, di cui 32 prodotti alimentari e 58 vini. Limitatamente al comparto cibo, la regione fa registrare un valore della produzione pari a 192 milioni di euro (+7,4% su base annua). Un dato curioso è il posizionamento della Toscana rispetto alle altre regioni per tipologia di prodotti: le migliori performance le fa registrare con i prodotti della panetteria e pasticceria, dove si colloca seconda dietro solo all’Emilia Romagna, e con le carni fresche, dietro solo alla Sardegna. Sul podio, terza, anche tra gli oli d’oliva, dove precede la Liguria. Sono 6 i prodotti che concentrano l’88% del valore complessivo: Cantuccini Toscani Igp, Prosciutto Toscano Dop, Pecorino Toscano Dop, Olio Toscano Igp, Finocchiona Igp e Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp. 
Dalla ricerca Ismea emerge come il valore dell’export agroalimentare toscano nel 2024 sia stato pari a 4 miliardi di euro, il 6,3% sul totale export regionale e negli ultimi 5 anni, il tasso annuo medio di crescita dell’export agroalimentare toscano è stato dell’11,2%, con vino e olio evo come prodotti di punta, rispettivamente con 32% e 33%, che insieme fanno due terzi del valore esportato in tutto il mondo, in particolare Stati Uniti (27%), Germania (14%) e Francia (9,7%), ma anche i Paesi del Nord Europa e dell’Asia orientale che tendono a rafforzarsi.
Con 237.000 ettari coltivati a biologico, pari al 36,4% della Sau regionale, la Toscana si conferma seconda regione italiana per incidenza dell’agricoltura biologica: nel 2024 sono stati riconosciuti 10 distretti biologici, quattro dei quali di nuova istituzione, a testimonianza della diffusione di modelli produttivi sostenibili e della sinergia tra agricoltura, ambiente e comunità locali.
Il quarto pilastro dello sviluppo agricolo toscano è la diffusione di agriturismi, che non solo consegna alla Toscana il primato come regione italiana con il maggior numero di strutture - circa 5.800 pari al 22% del totale nazionale - ma ne fa un modello di integrazione tra ospitalità e produzione agricola: il 47% delle aziende produce almeno un prodotto Dop o Igp, e un terzo adotta il metodo biologico.
Il ruolo centrale delle attività secondarie, in particolare degli agriturismi, che hanno avuto un exploit nel periodo post covid e oggi godono di ottime prospettive a lungo termine, è testimoniato anche nella presentazione “Identità e valore dell’agricoltura nella Toscana diffusa” di Irpet, relativa alle filiere del legno, castanicoltura, turismo. Dal report emerge che l’agricoltura toscana produce ogni anno un valore aggiunto di 2,5 miliardi di euro e che quasi la metà è prodotto dalle cosiddette “aree interne", dove si concentra anche una parte rilevante di strutture agrituristiche, che rispondono ad un aumento della domanda di turismo slow - da quello esperienziale alle attività all’aria aperta e una riscoperta del turismo di prossimità - offrendo, come riporta la ricerca Ismea, alloggio (90%), attività di ristorazione (37%), degustazione (32%) e ricreative (51%) con oltre 5 milioni di presenze con una netta prevalenza di turisti stranieri (70%). Irpet ha messo in evidenza come alla crescente concentrazione della popolazione nelle aree urbane e periurbane corrisponda una contestuale trasformazione di quelle marginali, che si presentano oggi come veri e propri laboratori di sostenibilità ed innovazione territoriale. Ne sono esempi di eccellenza le filiere del legno e della castanicoltura: la prima oltre a sostenere la transizione energetica, contribuisce alla messa in sicurezza del territorio, prevenendo il rischio di incendi e il dissesto idro-geologico; la seconda - che conta ad oggi circa 1.600 aziende castanicole tra Lunigiana e Garfagnana, nel Mugello e sull’Amiata - contribuisce alla valorizzazione dei prodotti del bosco certificati e alla conservazione del tipico paesaggio di queste aree.
Sul fronte del turismo il report di The Data Appeal Company analizza l’influenza dell’Ai nel food e su come i turisti vedono la nostra regione in relazione al comparto food & beverage grazie all’interpretazione del sentiment registrato in rete: il valore di sentiment attuale è 86,5 su 100, in leggero aumento rispetto all’anno precedente. Oltre ai visitatori italiani (41% delle tracce digitali, sentiment 83), la Toscana è fortemente apprezzata da turisti dagli Stati Uniti (sentiment 87,9), Regno Unito (85,4), Polonia (86,4), Canada (88) e Australia (85,9). Ciò che apprezzano di più è l’eccellenza nella ristorazione: piacciono qualità enogastronomica, cordialità e professionalità dello staff, mentre i costi sono valutati più severamente, ma con un rapporto qualità prezzo complessivamente positivo. Risultano molto apprezzate le esperienze enogastronomiche autentiche e la qualità dei prodotti tipici, cresce il turismo emozionale e legato ad eventi, o come degustazioni e visite guidate in cantina. Da migliorare invece la trasparenza dei menu in relazione alla provenienza dei prodotti, come anche la formazione del personale su ospitalità internazionale e storytelling. 
Il direttore di Fondazione Sistema Toscana, Francesco Palumbo, ha infine posto l’accento sul legame tra food, informazione e comunicazione e promozione turistica e sugli strumenti in campo per un’attività di valorizzazione che si snoda su più piani e con diversi strumenti sia per i cittadini che per i molti turisti interessati a questo settore. A partire da una finestra di eccezione come Visittuscany, il portale della Destinazione Toscana, con oltre 5 milioni di visitatori.
BuyFood, evento di Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze, organizzato da PromoFirenze e Fondazione Sistema Toscana (che si avvale anche di Vetrina Toscana, il progetto regionale che promuove il turismo enogastronomico) mette in contatto i produttori certificati toscani con oltre 50 buyer stranieri provenienti da 22 Paesi del mondo, per stringere nuovi accordi commerciali o consolidare i rapporti esistenti attraverso gli incontri b2b.

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