Il tema alcol & salute continua a tenere banco a livello internazionale. Se l’importante distinzione tra consumo zero e moderato si fa più vicina, ma comunque non ancora ufficiale, dopo l’Assemblea Generale dell’Onu a New York dello scorso 25 settembre, a tornare alla ribalta, questa, volta, è l’ipotesi di aggiornamento delle aliquote fiscali sull’alcol nell’Unione Europea, che non sono state modificate dal 1992 e che sono ferme a “zero” per quanto riguarda il vino, a differenza di altri prodotti alcolici. A questa idea starebbe ancora pensando la Commissione Europea, come riporta il sito Euractiv che ha sentito anche un portavoce dell’istituzione, anche se il processo attuativo non sembra qualcosa di veloce e nemmeno di semplice. Ma non mancano, a livello internazionale, le pressioni per spingere in direzione della tassazione degli alcolici.
Se l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), con lo scopo di raggiungere gli “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sta guidando il progetto “3 by 35”, che mira ad aumentare i prezzi di uno o più prodotti come tabacco, alcol e bevande zuccherate, di almeno il 50% entro il 2035 attraverso aumenti delle tasse, tenendo conto del contesto specifico di ciascun Paese, nei giorni scorsi, un comunicato dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) con la World Health Organization/Europe, la divisione europea dell’Oms, ha mandato un chiaro messaggio ai governi affermando come “politiche efficaci sull’alcol sono tra gli investimenti più intelligenti che si possano fare”. Si parla, poi, del volume 20 degli “Iarc Handbooks of Cancer Prevention” che “segna la prima valutazione da parte dell’Iarc della prevenzione dei tumori correlati all’alcol”, con dei risultati che “non lasciano dubbi: la tassazione degli alcolici, la disponibilità limitata e i severi divieti di commercializzazione riducono il consumo di alcol a livello di popolazione e, a loro volta, riducono l’impatto del cancro”. Prodotti da “un gruppo di lavoro indipendente di esperti internazionali attraverso un processo rigoroso e trasparente, privo di conflitti di interesse”, gli “Iarc Handbooks” mirano a diventare dei punti di riferimento per i governi “per sviluppare raccomandazioni e politiche”.
Secondo Gundo Weiler, direttore per la Prevenzione e la Promozione della Salute Oms/Europa, “la zona europea dell’Oms, e in particolare i Paesi dell’Ue, stanno pagando un prezzo troppo alto per l’alcol, che contribuisce a tumori prevenibili e famiglie distrutte, oltre a costare miliardi ai contribuenti”. Aggiungendo che “nel 2020 l’alcol ha contribuito a oltre 93.000 decessi per cancro nella sola nostra zona. Alcuni lo definiscono come un “patrimonio culturale”, ma malattie, decessi e disabilità non dovrebbero essere normalizzati come parte della cultura europea”.
Per Elisabete Weiderpass, direttrice Iarc, “il volume 20 (suddiviso in parte A e parte B, ndr) degli “Iarc Handbooks” rappresenta una pietra miliare storica: sviluppato in due parti, stabilisce senza ombra di dubbio che le politiche sull’alcol a livello di popolazione riducono il consumo di alcol e che ridurre il consumo di alcol riduce il rischio di cancro”. Per il volume 20B, il gruppo di lavoro ha tratto come conclusione che determinati interventi di politica sull’alcol portano a riduzioni a livello di consumo: e quindi, per citarne alcuni, interventi che aumentano le tasse o i prezzi minimi, sull’innalzamento dell’età per l’acquisto di alcolici o riguardo il consumo. Ed ancora, interventi che riducono la densità dei punti vendita di alcolici o dei giorni o gli orari di vendita.
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