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TENDENZE

Gli Anni ’90 sono la decade più amata dagli italiani, tra autenticità e gesti semplici 

La “Pocket Generation” guarda indietro nel tempo per ritrovare rituali quotidiani. Uno di questi è il gelato per merenda, secondo la ricerca Grom 
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Fare merenda con il gelato, effetto nostalgia per il 31% degli italiani 

Gli Anni ’90 sono oggi la decade più amata dal 31% degli italiani (38% tra i 40-50enni), mentre il 59% vorrebbe tornare a divertirsi con cose semplici e tascabili. Non solo simboli iconici come Game Boy, Tamagotchi o Polly Pocket, ma soprattutto momenti condivisi che appartengono alla sfera affettiva e familiare. Tra questi, il gelato a merenda è uno dei rituali più riconosciuti: per quasi una persona su due (49%) rappresenta oggi un gesto capace di far stare meglio, mentre il 54% lo ricorda come uno dei momenti più felici dell’infanzia, vissuto con genitori o nonni. Un’abitudine che continua ancora oggi, confermando il gelato come un vero “rito pocket”, semplice ma ricco di significato. Il sociologo Saro Trovato interpreta questa tendenza come una risposta alla complessità del presente: “in un’epoca in cui tutto è immediato e mediato dagli schermi, riscoprire la dimensione “pocket” - fatta di oggetti reali, di rituali condivisi e di semplicità tangibile - rappresenta una forma di equilibrio”. Emerge da una indagine Swoa, promossa dai gelati Grom.
La “Pocket Generation” è l’insieme di tutte quelle persone che, di fronte alla frenesia del presente, scelgono di guardare indietro - agli anni ’90, alle esperienze analogiche, ai gesti semplici - per ritrovare autenticità, leggerezza e connessione reale. Dal gioco tascabile al cono gelato: sono le piccole cose, oggi come allora, a creare i ricordi più grandi. Secondo l’indagine, gli Anni ’90 sono la decade più amata (31%), davanti agli anni ’80 (27%). Una percentuale che cresce sensibilmente tra i 40-50enni (38%), ovvero coloro che hanno vissuto il pieno della loro adolescenza durante la decade che ha chiuso il XX secolo, con un indice di gradimento maggiore per le donne (33%) rispetto agli uomini (29%).
Perché? Un periodo percepito come “più umano”: il 65% degli intervistati ricorda che allora si era meno dipendenti dalla tecnologia, una sensazione particolarmente forte tra le donne (69%); mentre il 54% apprezza la spontaneità delle relazioni dirette e il 59% rivendica la capacità di divertirsi con cose semplici e tascabili, un dato che sale al 62% tra gli uomini e al 64% tra gli over 40. Non si tratta solo di nostalgia per ciò che è stato, ma di una vera esigenza e ricerca di equilibrio: per quasi la metà degli italiani (45%) oggi manca la capacità di apprezzare i piccoli gesti quotidiani, il 59% vorrebbe tornare a divertirsi con cose semplici e il 54% rimpiange la leggerezza con cui si viveva il tempo.
Emerge dunque un bisogno di rallentare, di riscoprire quella dimensione “pocket” fatta di piccoli rituali, momenti condivisi e piccole felicità quotidiane. Per molti, infatti, la nostalgia per gli anni ’90 è un modo per rimettere al centro la dimensione umana del tempo, in un presente sempre più digitale.
Tra i ricordi più vividi legati a quel decennio spiccano quelli della socialità: per il 62% i pomeriggi trascorsi a giocare con gli amici d’infanzia restano un simbolo di spensieratezza, mentre il 54% cita l’andare a prendere il gelato con genitori o nonni come uno dei momenti più felici della propria infanzia: un’abitudine più sentita dai maschi (57%) rispetto alle femmine (51%). Un rito che, pur cambiando forma, non ha perso significato. Quasi una persona su due (49%) considera oggi il momento del gelato - gustato con figli o amici - tra le abitudini che aiutano a stare meglio, al pari di una passeggiata o di un abbraccio. Un apprezzamento che cresce per la fascia d’età 30-39 anni (51%) e comunque equilibrato tra tutte le generazioni, a conferma che il gelato rimane un piacere capace di mettere d’accordo tutti.
Pur restando un gesto attuale, per molti conserva anche un valore nostalgico: la metà degli italiani sogna di poter rivivere il momento della merenda con lo stesso spirito e la stessa leggerezza di quando erano bambini. Un “effetto nostalgia” che sembra colpire soprattutto le donne (54%) rispetto agli uomini (46%). Un desiderio che si accompagna al voler ritrovare il tempo e la semplicità dei giochi condivisi (59%) e delle esperienze analogiche (55%).
La “Pocket Generation” si riconosce anche attraverso un mosaico di simboli e oggetti che hanno segnato l’immaginario collettivo degli Anni ’90. Tra i più citati emergono il Game Boy (67%), le bambole e i giocattoli iconici come Polly Pocket (55%) e Barbie (63%), ma anche i Tamagotchi (59%) e le Spice Girls (61%).
A commentare l’indagine è Saro Trovato, sociologo ed esperto in comunicazioni di massa: “quello che chiamiamo “ritorno agli Anni ’90” è, in realtà, una risposta alla complessità del presente. In un’epoca in cui tutto è immediato e mediato dagli schermi, riscoprire la dimensione “pocket” - fatta di oggetti reali, di rituali condivisi e di semplicità tangibile - rappresenta una forma di equilibrio. La generazione che è cresciuta con Polly Pocket, Game Boy e il gelato del pomeriggio ritrova in questi simboli un modo per riconnettersi con la propria parte più autentica e per trasmettere ai figli un’idea di felicità più concreta e vicina”.

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