Tagliare le spese e ottimizzare il budget guardando anche con più insistenza ad altri canali distributivi. Con l’obiettivo di cambiare volto, diventare più attrattivi e avere risultati più immediati, ma sempre con lo scopo di riportare il vino al centro della tavola, il Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb), realtà fondata nel 1948 e che ha tra le proprie mission quelle di sviluppare la conoscenza e di rafforzare l’immagine dei vini di Bordeaux, vara la nuova strategia di marketing, che deve fare i conti con un budget più ridotto, e puntare su un target di consumatori più maturo, dai 25 ai 40 anni, piuttosto che su quelli che saranno i wine lovers del domani.
Un piano che arriva dopo il fenomeno dell’estirpazione dei vigneti (con il contributo economico, importante, anche del Civb, che ha delle ripercussioni anche sul budget per la promozione, ndr) e una crisi che sembra non finire mai. Il consiglio del Civb, infatti, riporta il magazine francese Vitisphere, prevede un calo del 10% delle uscite di vini di Bordeaux nel 2026 (a 3,17 milioni di ettolitri) e si trova costretto ad adattare le spese al ribasso per riuscire a ricostituire le riserve, dopo l’investimento nell’espianto sanitario del 2024-2025 (per cui si parla di 16 milioni di euro, ndr): -6% per gli studi economici, -13% per la promozione, -21% per il servizio tecnico e -33% per la comunicazione.
“Abbiamo deciso di concentrarci su un programma che abbia un ritorno sull’investimento immediato per i consumatori di Bordeaux, per riconciliarli, riaccendere il loro interesse e lavorare sulla nostra desiderabilità”, ha detto Philippe Tapie, presidente Fédération des Négociants de Bordeaux et de Libourne.
“La nostra constatazione, sia nella produzione sia nel commercio, è stata chiara negli ultimi anni. Si vedeva bene che, nonostante tutti gli sforzi e il professionalismo delle squadre, i risultati non arrivavano”, ha aggiunto Jean-Pierre Durand, copresidente della Commissione comunicazione Civb per il négoce, che riassume le grandi sfide da affrontare sul mercato, e, quindi, dalla “desiderabilità, non da parte dei consumatori, ma dei professionisti” nei confronti dei vini di Bordeaux, ad una commercializzazione “prevalentemente in Francia e soprattutto nella Grande Distribuzione Organizzata (Gdo). Ora, sappiamo che non è necessariamente il canale in cui si crea più valore. Per noi è importante poterci sviluppare in reti selettive”, come, ad esempio, di enoteche, e-commerce e travel retail.
“Il lavoro sulla desiderabilità richiede tempo per consolidarsi. È piuttosto una dinamica di medio termine”, spiega Florence Bossard, direttrice marketing Civb, per la quale nel breve periodo “l’urgenza è fare subito vendite di prodotti remunerativi per la filiera. La nostra strategia è conquistare quote di mercato tra i bevitori di vino dai 25 ai 40 anni”. E puntare sulle reti selettive piuttosto che sulla Gdo.
Riorganizzando i gruppi organici in sei gruppi territoriali (per incentivare la trasversalità), e rinnovando il proprio sito internet (come piattaforma che centralizza i servizi, dall’enoturismo alla vendita online), il Civb mira a dotarsi degli strumenti per rispondere a questa urgenza di azioni rapide, economiche e portatrici di valorizzazione con la priorità dichiarata di tornare sul territorio.
La fiducia viene anche da una vendemmia, l’ultima, che promette bene. Tapie ha detto che la voglia per il millesimo 2025 si fa già sentire per le vendite en primeur, tanto che “i più grandi acquirenti hanno annunciato la loro presenza per degustare questo millesimo con grande interesse. Anche se non è tutto, è già molto”.
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