Che in Francia ci sia tensione lungo tutta la filiera del vino, lo raccontiamo da tempo, così come di proteste più o meno “energiche” di frange del mondo associativo e produttivo. Come quella andata in scena nei giorni scorsi, davanti alla “Cité du Vin” di Bordeaux, dove i giovani viticoltori bordolesi riuniti nel collettivo “Jeunes Agriculteurs 33” hanno inscenato il “funerale dell’agricoltura francese”, prendendo di mira la Cité, “rea”, a loro dire, di “permettersi di fare la promozione di vini ucraini”, riferendosi alla degustazione di ieri, 18 dicembre, mentre i vini di Francia e di Bordeaux in particolare sono in difficoltà.
Nelle stesse ore, a Orange (non lontano da Avignone e dalla regione dello Châteauneuf-du-pape) sono stati gli studenti del Lycée Agricole Pierre Le Roy de Boiseaumarié e di altre scuole di vario ordine e grado (affiancati anche da alcuni docenti) a protestare, sottolineando la preoccupazione per il loro futuro e per quello del settore, come riporta Vitisphere.
Segnali ulteriori di un malessere di fondo che cresce, nella filiera, importantissima, del vino francese. E, il tutto, mentre a Bruxelles c’era la grande manifestazione degli agricoltori di tutta l’Ue (Italia compresa, come abbiamo raccontato qui) contro i tagli alla Pac, i rischi per il settore derivanti dall’accordo con il Mercosur (sul quale in queste ore è arrivato il rinvio della firma da parte dell’Ue, dopo il Consiglio Europeo, soprattutto a causa della contrarietà dell’Italia e della Francia) e non solo.
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