Le importazioni enoiche nel Regno Unito, a gennaio 2021, toccano il punto più basso dal febbraio del 2006: 73,8 milioni di litri in totale, come comunica l’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino. Un dato, per quanto parziale ed iniziale, che racconta due dinamiche diverse, ma altrettanto importanti e, dal punto di vista del Belpaese del vino, preoccupanti. È, innanzitutto, la dimostrazione che i numeri della seconda metà del 2020, dal punto di vista quantitativo, erano effettivamente dettati dalla necessità di fare magazzino prima della Brexit. Allo stesso tempo, però, a settembre 2020 c’è stato lo storico sorpasso sui vini importati dall’Unione Europea da quelli importati da Sud America, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Un avvicendamento che si traduce in un calo dello 0,4% delle importazioni dai Paesi Ue negli ultimi 12 mesi, a 712 milioni di litri, e ad una crescita dell’8,8% degli acquisti dal resto del mondo, che hanno raggiunto così i 733 milioni di litri. Il calo di gennaio 2021, però, lo pagano tutti, indifferentemente: gli Stati Uniti hanno perso il 47,3% su gennaio 2020, la Germania il 63,4%, la Francia il 30,3%, il Cile il 29,9%, l’Italia il 14,2%, l’Australia il 14%, il Sudafrica l’11,7% e la Nuova Zelanda il 6%. Solo la Spagna (+4,1%) e l’Argentina (+21,8%) hanno chiuso in positivo gennauo 2021 sul sempre più complesso mercato della Gran Bretagna.
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