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RICONOSCIMENTI

A Nicodemo Librandi, figura-simbolo del vino calabrese, la laurea honoris causa in Scienze Agrarie 

Artefice del Rinascimento del Cirò, viene premiato per la sua attività di ricerca e per il recupero della biodiversità viticola della regione 
CIRO', LAUREA HONORIS CAUSA, Nicodemo Librandi, Italia
Nicodemo Librandi, fondatore della cantina che ha rilanciato il Cirò

E’ una delle figure-simbolo della rinascita del vino calabrese, in particolare del Cirò, prima Doc della regione, istituita nel 1969: a Nicodemo Librandi è stata assegnata dall’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria la laurea honoris causa in Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, per la sua instancabile attività di ricerca nel settore della vitivinicoltura, per aver brillantemente coordinato le attività di ricerca nel recupero della biodiversità viticola calabrese, per le attività innovative in vigneto ed in cantina, che si esplicitano in vini di altissimo livello che hanno consentito di far conoscere al meglio nel mondo le qualità della vitivinicoltura calabrese.
“Non ci sono parole per esprimere le mie sensazioni  - afferma Nicodemo Librandi, già dottore e professore in matematica - si tratta di una soddisfazione grandissima perché penso di vedermi riconosciuto il merito di essere stato utile alla mia famiglia e alla mia azienda, ma anche alla Calabria. Nel mio lavoro ho messo tanta passione e tanto impegno, spinto dal bisogno di approfondire progressivamente la conoscenza della nostra viticoltura, per capire e trovare il modo di contribuire a riportare la Calabria del vino al posto di rilievo che merita. Alla fine, posso sentirmi pienamente soddisfatto, perché penso di aver innescato un forte fermento intorno al mondo del vino calabrese e contribuito in modo rilevante alla sua rinascita. Ringrazio sinceramente l’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria per questo grande onore. Si tratta di un riconoscimento che premia e mette in luce il meticoloso lavoro di ricerca durato più di trent’anni sul patrimonio viticolo regionale e che dimostra le grandi potenzialità del nostro territorio vitivinicolo”.
L’enologia calabrese ha radichi antichissime: nell’Antica Grecia il Cirò era considerato un vino curativo, quasi una sorta di medicinale, offerto agli atleti che gareggiavano alle Olimpiadi. Da tre generazioni la famiglia Librandi è protagonista della vitivinicoltura della regione: le tenute di proprietà contano complessivamente circa 350 ettari, dei quali 232 vitati, 80 a uliveto e i restanti boschivi. Le 6 tenute della famiglia Librandi sono: Rosaneti (il cuore pulsante dell’azienda), Critone, Ponta Duca Sanfelice, Pittaffo, San Biase e Brisi. Qui il lavoro va a concentrarsi soprattutto su vitigni autoctoni della zona. L’azienda è da sempre a gestione esclusivamente familiare: guidata fino al 2012 dai fratelli fondatori Antonio e Nicodemo Librandi, oggi è condotta da Nicodemo, Raffaele, Paolo, Francesco e Teresa Librandi.
Librandi è una realtà vitivinicola nota nel mondo per la sua anima innovativa e antesignana nella ricerca e sperimentazione di vitigni autoctoni, che ha fissato, conservato ed esaltato il patrimonio viticolo della Calabria. Il progetto, portato avanti di pari passo con la crescita stessa dell’azienda ed ancora oggi in atto, ha condotto alla creazione dei diversi vigneti sperimentali in cui vengono collezionate, analizzate e preservate circa 200 tra le varietà autoctone regionali riscoperte durante questo percorso. Attraverso i campi sperimentali e la loro evoluzione Librandi punta ad un triplice obiettivo: il miglioramento qualitativo delle varietà del territorio già vinificato; l’indagine sulle potenzialità inespresse dei vitigni antichi regionali, con l’obiettivo di lanciare prodotti nuovi ed unici; l’acquisizione e la conservazione, attraverso uno studio storico e scientifico, del patrimonio viticolo regionale. 
“Le soddisfazioni professionali ne ho avute tante - conclude Librandi - ma la più importante è quella di rivedere nei miei figli, nei miei nipoti e nei miei collaboratori la mia stessa passione. E poi, soprattutto, partire da capo, ricominciare. Con obiettivi sempre più ambiziosi”.

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