Se nei primi mesi 2022 il vino ha continuato a correre all’export (tra il +12% ed il +15% in valore nei principali mercati del mondo, secondo i dati Nomisma per Federvini), anche un’altra eccellenza italiana come l’acqua minerale (sulla quale, da tempo, hanno investito anche produttori di vino come Ferrari, con Surgiva, Damilano, con Sparea, e Oscar Farinetti con Lurisia, ndr) sembra vivere un nuovo boom, con un +33% nelle esportazioni, a 154 milioni di euro, e torna a crescere anche il consumo interno (a +6,4% nei primi 5 mesi 2022 sul 2021, per 884 milioni di euro). Il mercato delle acque minerali italiane sembra resistere (almeno per ora), dunque, alla negativa congiuntura economica che sta caratterizzando l’Italia e l’Europa e che vede il potere di acquisto dei consumatori sempre più eroso dalla crescente inflazione. Non a caso, quasi 1 consumatore su 3 sceglie l’acqua minerale da acquistare per il consumo domestico in base alla presenza di offerte e promozioni. Spunto che emerge da un’indagine di Mineral Water Monitor, l’Osservatorio di Nomisma dedicato al settore delle acque minerali, che ha coinvolto 1.000 acquirenti italiani di acqua confezionata con l’obiettivo di capire il modello di consumo e i nuovi trend di mercato, tra i quali le acque funzionali.
Nel 2020, i consumi di acqua minerale in Italia hanno registrato una contrazione del -3,7% in volume rispetto al precedente anno, dinamica da ricondursi principalmente al calo delle vendite nell’horeca, canale duramente colpito da chiusure e restrizioni e che, prima dell’emergenza Covid, rappresentava a volume il 15% dei consumi nazionali. Con il graduale ritorno alla normalità, l’allentamento delle limitazioni per il contenimento della pandemia e la ripresa dei flussi turistici, nel 2021 i consumi di acqua in bottiglia nei ristoranti e nei bar della Penisola hanno cominciato a riprendere quota e il mercato è tornato a crescere, superando nel complesso i 136 milioni di ettolitri (+4,9% sul 2020).
L’espansione dei consumi non sembra arrestarsi nel 2022. Secondo i dati di NielsenIQ, le vendite di acqua minerale nel canale off-trade italiano (iper e supermercati, libero servizio piccolo e discount) hanno registrato una crescita del +6,4% in valore e del +4,7% nel periodo gennaio-maggio 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
Tuttavia, i prossimi mesi potrebbero non essere rosei e diverse sono le incognite che incombono sul mercato a causa dell’attuale congiuntura economica. Si pensi non sono alla crescente inflazione ma anche alle previsioni di consumo al ribasso degli italiani relativamente alla spesa per prodotti alimentari e bevande, con le riduzioni più pesanti che interesseranno i consumi fuori casa. Tale calo si paleserà soprattutto nei mesi autunnali quando finirà l’effetto trainante di vacanze e turismo per i consumi away from home.
In questo scenario, non si arresta la vendita in Italia delle acque funzionali, ossia quelle acque arricchite di elementi utili all’organismo come vitamine e minerali, ma anche acido ialuronico ed estratti di erbe e frutta. Nei primi mesi 2022 questi prodotti hanno mostrato una crescita in Gdo di oltre il +20% in valore rispetto al 2022 (fonte: NielsenIQ).
“Tra i nuovi trend di consumo del comparto vi rientrano sicuramente le acque arricchite di vitamine e minerali. Sebbene rappresentino ancora una nicchia (meno dell’1% delle vendite in valore di acqua imbottigliata), le acque funzionali continuano a registrare tassi di crescita a doppia cifra” dichiara Emanuele di Faustino, Senior Project Manager Nomisma. “Al momento solo il 4% degli italiani le consuma, ma la consumer base è destinata ad ampliarsi in futuro con il 13% che dichiara che vorrebbe provare le acque funzionali nei prossimi mesi. È ad aver maggiore interesse verso questa tipologia di acque sono principalmente le donne, over 40 e con capacità di spesa medio-alta”. Guardando al mercato internazionale, poi, emerge che l’Italia è un esportatore netto di acqua minerale grazie alla presenza di numerose sorgenti naturali nel territorio e di brand noti a livello internazionale particolarmente apprezzati dai consumatori esteri. A discapito di uno scenario di mercato estremamente complesso e pieno di insidie, l’export italiano di acqua minerale ha registrato nel 2022 una forte espansione.
Secondo le analisi di Mineral Water Monitor di Nomisma, dopo il timido +1% segnato nel 2021 (variazione a valori sull’anno precedente) a causa di una contrazione della domanda che ha interessato alcuni dei principali mercati di destinazione delle acque italiane (Stati Uniti su tutti), il primo trimestre di quest’anno evidenzia una forte ripresa: +33% rispetto allo stesso periodo del 2021. In forte spolvero le esportazioni made in Italy negli Usa (+46% nel primo trimestre 2022), mercato dove l’Italia detiene una market share del 36%, grazie soprattutto all’export di acqua minerale frizzante (89% dell’export totale italiano a valore), e nel Regno Unito (+77%). Bene anche Germania (+12%) e Svizzera (+23%) mentre è stazionario l’export verso la Francia. Quest’ultimo Paese, oltre a rappresentare la seconda destinazione delle vendite di acque italiane oltre i confini nazionali, è, al pari del vino, il principale nostro competitors sui mercati internazionali.
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