L’Italia dice addio ad uno dei più grandi alfieri del made in Italy, nella moda prima, ma anche nel campo della ristorazione poi: a 91 anni si è spento Giorgio Armani, “Re Giorgio”, per tutti, stilista tra i più amati e celebrati a livello mondiale, da Richard Gere a Jodie Foster, da Christian Bale a Nicole Kidman, da Cate Blanchett a Lady Gaga, da Jennifer Lopez a Sophia Loren, da Tina Turner a Beyoncé, solo per citare alcune delle celebrities internazionali. Ma tra i quali ci sono, da sempre, anche manager e personaggi politici, a partire dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha fatto suoi gli impeccabili tailleur maschili dello stilista, e che ha commentato sui social: “ci lascia a 91 anni Giorgio Armani. Con la sua eleganza, sobrietà e creatività ha saputo dare lustro alla moda italiana e ispirare il mondo intero. Un’icona, un lavoratore instancabile, un simbolo dell’Italia migliore. Grazie di tutto”.
“Con infinito dolore, il Gruppo Armani - scrive in una nota ufficiale la sua azienda - annuncia la scomparsa del suo creatore, fondatore e instancabile forza motrice: Giorgio Armani. Il Signor Armani, come con rispetto e ammirazione è sempre stato chiamato da dipendenti e collaboratori, si è spento serenamente, circondato dai suoi cari. Infaticabile fino alla fine, ha lavorato fino ai suoi ultimi giorni, dedicandosi all’azienda, alle collezioni, ai tanti progetti in corso e futuri. Nel corso degli anni, Giorgio Armani ha realizzato una visione che si è espansa dalla moda ad ogni aspetto della vita, anticipando i tempi con straordinaria chiarezza e pragmatismo. È stato guidato da una curiosità implacabile e da una profonda attenzione al presente e alle persone. Lungo questo viaggio, ha instaurato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la sua capacità di entrare in contatto con tutti. Sempre consapevole dei bisogni della comunità, si è attivato su più fronti, soprattutto a sostegno della sua amata Milano”.
Imprenditore a tutto tondo, con gli Armani Restaurants e gli Armani Caffè, che oggi contano 26 locali in tutto il mondo (da Milano a Tokyo, da Monaco a Dubai), di cui il primo aperto nel 1998 a Parigi (che WineNews ha recentemente visitato e recensito), è stato pioniere anche del fenomeno che ha visto poi tante griffe della moda mondiale investire nel settore della ristorazione. “Ho sempre voluto che il marchio Armani divenisse un vero e proprio stile di vita, focalizzato su semplicità ed eleganza in ogni suo ambito. Il cibo, che è uno degli elementi più importanti della vita quotidiana, non poteva mancare”, ha scritto Armani, a proposito della sua avventura imprenditoriale nella ristorazione. Confessando in maniera esplicita anche il suo piatto del cuore, tra tutti, legato alla sua terra natale, Piacenza, ovvero i tortelli alla piacentina. “C’è un piatto che riunisce in sé la mia preferenza assoluta, il ricordo della mia infanzia e delle mie radici: i tortelli alla piacentina. Sono delicatissimi, da condire soltanto con burro appena fuso e grana. I migliori erano quelli che faceva mia madre: ho ancora in mente la sua espressione soddisfatta mentre li portava in tavola. Sono ricordi dei pranzi domenicali in famiglia che preludevano al tanto desiderato momento in cui mio padre si lasciava convincere da me e da mio fratello a portarci al cinema”.
Ma Giorgio Armani, sempre attivo e in prima linea con la sua azienda e con la sua voglia di fare, come testimonia la notizia di pochi giorni fa dell’acquisto del mitico locale di Forte dei Marmi “La Capannina di Franceschi”, che lo stesso Armani aveva descritto come “un gesto affettivo, un ritorno alle origini e un tributo alla tradizione italiana”, è stato anche piccolo produttore di vino, con il Passito di Pantelleria “Oasi” realizzato nella sua villa sull’isola siciliana.
“Giorgio Armani è un’azienda con cinquant’anni di storia, costruita con emozione e pazienza. Giorgio Armani ha sempre fatto dell’indipendenza - di pensiero e di azione - il suo segno distintivo. L’azienda è, ora e sempre, il riflesso di questo spirito. La famiglia e i dipendenti porteranno avanti il Gruppo nel rispetto e nella continuità di questi valori. La camera funebre sarà allestita da sabato 6 settembre a domenica 7 settembre e sarà aperta dalle 9 alle 18 a Milano, in via Bergognone 59, all’interno dell’Armani/Teatro. Conformemente agli espliciti desideri del Signor Armani, i funerali saranno celebrati in privato”, spiega ancora una nota dell’azienda. Che tra le sue frasi celebri, per salutarlo sui social, ha scelto questa: “il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia”. Parola di “Re Giorgio” Armani.
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