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ANALISI

Al giro di boa del 2021 l’export del vino italiano cresce del +15,8% a 3,33 miliardi di euro

Nei dati Istat, analizzati da WineNews, la performance record di Usa, Germania, Cina, Russia e Corea del Nord: la ripresa è completa?
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I dati delle spedizioni del vino italiano

Una rondine non fa primavera, ma uno stormo di rondini è un segnale ben preciso, assolutamente positivo, che arriva per il vino italiano dal fronte dei mercati, dove, al giro di boa di questo 2021 diventato - al di là di ogni simbolismo - l’anno del rilancio per l’economia italiana, le spedizioni fanno segnare una crescita del +15,8% sul primo semestre 2020, a quota 3,33 miliardi di euro, come raccontano gli ultimi dati Istat, analizzati da WineNews. E se il paragone con un anno a dir poco difficile appare ingeneroso, il parallelo con il ben più felice 2019 - quando le spedizioni toccarono nello stesso periodo i 3 miliardi di euro - restituisce la misura della straordinarietà di questa prima metà anno: +10%.

Dati ancora migliori del maggio 2021, che sembrano instradare il vino italiano verso il definitivo recupero delle proprie posizioni un po’ dappertutto. Le crescite maggiori, almeno in termini percentuali, arrivano dai mercati asiatici: la Cina, che da inizio anno ha azzerato le importazioni enoiche dalla vicina Australia, torna ad essere un’opportunità, mentre la Corea del Sud dimostra perché, secondo il “Global Compass” di “Wine Intelligence”, è stabilmente il secondo mercato al mondo per attrattività. Dietro, ovviamente, agli Stati Uniti, dove i magazzini degli importatori sono stati svuotati da un po’, e i consumi stanno letteralmente volando, proprio come nel vicino Canada. Sostenuti anche i ritmi di Germania ed Austria che, come Norvegia e Svezia sono tra i pochi Paesi a non aver mai interrotto i flussi commerciali con l’Italia, neanche nei mesi del lockdown.

Guardando i numeri, come detto, a livello globale la crescita a valore delle esportazioni italiane è stata del +15,8%, dai 2,88 miliardi di euro del primo semestre 2020 ai 3,33 miliardi di euro del primo semestre 2021. La vicina Francia registra, in questo senso, una variazione in linea con il dato generale: +16,3% di vino italiano importato nei primi sei mesi 2021, da 86 a 100 milioni di euro. La Germania, seconda meta prediletta per l’export enoico del Belpaese, si conferma mercato in ottima salute: +6%, da 509 a 539,5 milioni di euro. Unica nota dolente, ma sulla strada del totale “recupero” è quella che stecca il Regno Unito: -1,8%, da 305 a 299,4 milioni di euro, ben lontani dai 337,8 milioni di euro del 2019. Ottime, ancora una volta, le performance dei due mercati scandinavi più importanti, con la Norvegia che segna un +3,7% nelle importazioni di vino italiano nel primo semestre 2021 (da 51,5 a 53,4 milioni di euro), e la Svezia che segue con un +2,9% (da 97,7 a 100,5 milioni di euro).

Sempre partner molto affidabile l’Austria, che cresce del +8,9%, passando da 47 a 51,2 milioni di euro, sopra la media degli ultimi tre anni. Ancora meglio, restando sulle Alpi, fa la Svizzera, quarto mercato estero del vino italiano, che nei primi sei mesi del 2021 ha visto crescere le importazioni del +18,7%, da 167,5 a 198,8 milioni di euro. Spettacolare, sia in termini di crescita percentuale che di dato assoluto, la performance della Russia, dove il vino italiano è cresciuto del +45,4%, passando da 39,9 a 58 milioni di euro. Come detto, il primato degli Stati Uniti non è mai stato così solido, specie dopo il +18,6% registrato nel primo semestre 2021 sullo stesso periodo del 2020, che porta le spedizioni di vino italiano da 724 a 859 milioni di euro. Anche il vicino Canadaveleggia verso un nuovo record delle importazioni di vino italiano: +13,3%, e valori che volano da 148 a 179 milioni di euro.

Infine, i mercati asiatici più importanti, dove ancora il made in Italy enoico sconta qualche ritardo, specie rispetto alla Francia: la Cina cresce del +75,7%, passando da 37 a 65 milioni di euro, il dato migliore degli ultimi cinque anni. La Corea del Sud, che fino a pochi anni fa era una meta ignota a tanto vino europeo, è oggi un mercato solido, per quanto piccolo, e interessante, specie dopo il +161,2% del primo semestre 2021 (da 17,8 a 46,5 milioni di euro). Infine, il Giappone, Paese molto meno dinamico dei suoi vicini, come dimostrano le piccole percentuali di crescita (+2,2%) e i valori assoluti sostanzialmente stabili da anni (dai 76 milioni di euro del primo semestre 2020 ai 77,7 milioni di euro del primo semestre 2021).

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