Prima dell’avvento della viticoltura specializzata, vedere tra i filari qualche albero, spesso ulivi, o comunque piante da frutto, non era certo una rarità, ma anzi, quasi una norma, quando la terra a disposizione di fattorie, conventi e poderi, doveva fornire non solo quantità, ma anche varietà di prodotto, per permettere a chi la coltivava, da un lato, un’alimentazione più varia possibile, costa, fino ad un secolo fa, per niente scontata come invece è oggi, e, dall’altro, una più ampia varietà di prodotti da vendere lungo tutte le stagioni dell’anno. Ebbene, oggi che, in generale, ad andar bene, alberi e boschi in qualche caso circondano la vigna, c’è chi ha pensato di rispolverare la coabitazione di piante, alberi e siepi, tra i filari di vite, guardando al futuro, alla sostenibilità e non solo.
In questo consiste il progetto del “Vigneto del Futuro” di Larrivet Haut-Brion, a Bordeaux, che ha selezionato un appezzamento di 12 ettari di vigneti, che rappresentano il 17% dell’area vitata totale della tenuta guidata da Bruno Lemoine, per iniziare “un progetto visionario mira a reimmaginare la viticoltura di Bordeaux ed a gettare le basi per il futuro della vinificazione nella regione”. Un progetto, in fase di sviluppo dal 2020, e che ora, nel giro di qualche anno vedrà ripiantare un primo pezzo del vigneto aziendale, “con l’obiettivo primario di preservare la biodiversità e produrre uve di alta qualità che entreranno a far parte del Grand Vin tra 15 anni, sensibilizzando al contempo il pubblico sulla viticoltura sostenibile”. “Il processo di reimpianto dell’appezzamento selezionato, che rappresenta il 17% dei vigneti della tenuta, durerà diversi anni, consentendo un’attenta pianificazione ed esecuzione. Questa visione a lungo termine garantirà che ogni aspetto del vigneto sia oggetto di attenzione e considerazione meticolosa, con la speranza che le nuove uve siano incorporate nel primo vino della tenuta intorno al 2040”, spiega una nota.
“La conservazione della biodiversità è una priorità assoluta per Larrivet Haut-Brion e il progetto “Vigneto del futuro” - aggiunge ancora l’azienda - è una testimonianza di questo impegno. Grazie a questo progetto, la tenuta sacrifica il 10% della produzione di vino a favore di siepi, fiori e alberi, che forniranno riparo alla fauna e alla flora, miglioreranno gli effetti microclimatici e freneranno l’erosione del suolo”.
Tra le specie selezionate, per questo progetto, c’è la Paulownia elongata, che sarà piantata tra i filari di vite. Conosciuta come “l’albero del futuro”, la Paulownia è uno degli alberi a crescita più rapida al mondo e può raggiungere i 10 metri in cinque anni, assorbendo una quantità di CO2 10 volte superiore alla norma per gli altri alberi, e rimanendo molto resistente alla siccità. Per aumentare ulteriormente la qualità del suo “Grand Vin”, Larrivet Haut-Brion mira a reimpiantare i vigneti con una una densità leggermente ridotta e a introdurre viti di Malbec, al fine di mantenere la tensione e l’equilibrio dei suoi vini nonostante l’aumento delle temperature. E, ovviamente, non manca un progetto legato all’enoturismo, anche per sensibilizzare il pubblico sugli impegni ambientali e sociali del progetto.
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