![Fine wine, prima metà del 2024 in “profondo rosso” per gli investimenti in vini da collezione Fine wine, prima metà del 2024 in “profondo rosso” per gli investimenti in vini da collezione](https://static.winenews.it/2024/07/SolaiaMasseto-300x200.jpg)
Prima dell’avvento della viticoltura specializzata, vedere tra i filari qualche albero, spesso ulivi, o comunque piante da frutto, non era certo una rarità, ma anzi, quasi una norma, quando la terra a disposizione di fattorie, conventi e poderi, doveva fornire non solo quantità, ma anche varietà di prodotto, per permettere a chi la coltivava, da un lato, un’alimentazione più varia possibile, costa, fino ad un secolo fa, per niente scontata come invece è oggi, e, dall’altro, una più ampia varietà di prodotti da vendere lungo tutte le stagioni dell’anno. Ebbene, oggi che, in generale, ad andar bene, alberi e boschi in qualche caso circondano la vigna, c’è chi ha pensato di rispolverare la coabitazione di piante, alberi e siepi, tra i filari di vite, guardando al futuro, alla sostenibilità e non solo.
In questo consiste il progetto del “Vigneto del Futuro” di Larrivet Haut-Brion, a Bordeaux, che ha selezionato un appezzamento di 12 ettari di vigneti, che rappresentano il 17% dell’area vitata totale della tenuta guidata da Bruno Lemoine, per iniziare “un progetto visionario mira a reimmaginare la viticoltura di Bordeaux ed a gettare le basi per il futuro della vinificazione nella regione”. Un progetto, in fase di sviluppo dal 2020, e che ora, nel giro di qualche anno vedrà ripiantare un primo pezzo del vigneto aziendale, “con l’obiettivo primario di preservare la biodiversità e produrre uve di alta qualità che entreranno a far parte del Grand Vin tra 15 anni, sensibilizzando al contempo il pubblico sulla viticoltura sostenibile”. “Il processo di reimpianto dell’appezzamento selezionato, che rappresenta il 17% dei vigneti della tenuta, durerà diversi anni, consentendo un’attenta pianificazione ed esecuzione. Questa visione a lungo termine garantirà che ogni aspetto del vigneto sia oggetto di attenzione e considerazione meticolosa, con la speranza che le nuove uve siano incorporate nel primo vino della tenuta intorno al 2040”, spiega una nota.
“La conservazione della biodiversità è una priorità assoluta per Larrivet Haut-Brion e il progetto “Vigneto del futuro” - aggiunge ancora l’azienda - è una testimonianza di questo impegno. Grazie a questo progetto, la tenuta sacrifica il 10% della produzione di vino a favore di siepi, fiori e alberi, che forniranno riparo alla fauna e alla flora, miglioreranno gli effetti microclimatici e freneranno l’erosione del suolo”.
Tra le specie selezionate, per questo progetto, c’è la Paulownia elongata, che sarà piantata tra i filari di vite. Conosciuta come “l’albero del futuro”, la Paulownia è uno degli alberi a crescita più rapida al mondo e può raggiungere i 10 metri in cinque anni, assorbendo una quantità di CO2 10 volte superiore alla norma per gli altri alberi, e rimanendo molto resistente alla siccità. Per aumentare ulteriormente la qualità del suo “Grand Vin”, Larrivet Haut-Brion mira a reimpiantare i vigneti con una una densità leggermente ridotta e a introdurre viti di Malbec, al fine di mantenere la tensione e l’equilibrio dei suoi vini nonostante l’aumento delle temperature. E, ovviamente, non manca un progetto legato all’enoturismo, anche per sensibilizzare il pubblico sugli impegni ambientali e sociali del progetto.
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