Più di miele su dieci di miele prodotti in Italia viene dalla Cina che ha triplicato le proprie esportazioni nel corso del 2011. È l’allarme, lanciato dalla Coldiretti, nel sottolineare che il gigante asiatico dopo aver invaso l’Italia con il concentrato di pomodoro sta ora conquistando le tavole nostrane con il miele, sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre 2011. Se il trend sarà mantenuto a fine anno l’Italia - sottolinea la Coldiretti - avrà importato dalla Cina 1,5 milioni di chili di miele a fronte di una produzione nazionale stimata in 13 milioni di chili.
La forte crescita delle importazioni è avvenuta dopo che negli scorsi anni la scoperta di antibiotici nella produzione cinese aveva di fatto azzerato gli arrivi in Europa. La Cina - ricorda la Coldiretti - nel 2010 ha conquistato anche il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una elaborazione della Coldiretti sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti. Su un totale di 3.291 allarmi per irregolarità segnalate in Europa ben 418 (13%) - conclude la Coldiretti - hanno riguardato la Cina per pericoli derivanti dalle contaminazioni dovute sopratutto a materiali a contatto con gli alimenti.
Con riferimento specifico al miele la Commissione Europea - sostiene la Coldiretti - ha lanciato un allarme sul rischio che le importazioni dalla Cina possano essere contaminate da organismi geneticamente modificati (Ogm) che non sono autorizzati in Europa, dopo il pronunciamento della Corte di Giustizia Ue seconda la quale il miele contaminato da polline “prodotto a partire da Ogm” non può essere messo in vendita in assenza di apposita autorizzazione.
In Italia grazie all’azione della Coldiretti è vietato coltivare Ogm e di conseguenza non è contaminato il miele prodotto sul territorio nazionale che è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria. Per acquistare miele italiano è bene verificare sempre l’etichettatura. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta - spiega la Coldiretti - deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.
L’Italia - conclude la Coldiretti - importa circa la metà del proprio fabbisogno con una produzione nazionale che, per il 2011, è stimata sulle 13.000 tonnellate per un valore al consumo di 60 milioni di euro grazie al lavoro di 75.000 apicoltori con 1,1 milioni di alveari.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024