Tra i vertici del Governo finlandese (ma prima c’erano state le rimostranze anche dei polacchi e ora arrivano pure quelle dei produttori tedeshi di “apple wine”), che chiedono di essere maggiormente rispettati in sede comunitaria perché si vorrebbe rimuovere la parola vino da ogni prodotto non derivato dall’uva, liberalizzazione dello zuccheraggio e introduzione del nome del vitigno e dell’annata anche sui vini da tavola, si avvicina sempre più rapidamente (e con aspettative per l’Italia enoica, davvero poco edificanti) il “gran finale” del dibattito sull’Ocm e l’Italia sembra dover soccombere a decisioni prese da Paesi storicamente non produttori di vino. Come se, solo per fare un paradosso, l’Italia tenesse in mano, con le proprie decisioni, le sorti dell’allevamento delle renne.
Piero Mastroberardino, presidente Federvini, spiega che “è una situazione difficile e le controproposte italiane (appoggiate dall’intera filiera) potrebbero essere poco ascoltate a Bruxelles”.
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