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LA DEGUSTAZIONE

All’Antica Bottega del Vino con i nuovi Amarone in commercio delle Famiglie Storiche

Dalla 2013 alla 2018: vini franchi ed eleganti, ma dallo stile decisamente diverso, per le 13 cantine socie, testimoni indiscusse della Valpolicella

Quando l’Amarone si presenta con le nuove annata non si può mancare all’orizzontale che le Famiglie Storiche, testimoni attive e indiscusse della Valpolicella e delle sue declinazioni vitivinicole, mettono a disposizione della stampa nazionale ed internazionale all’Antica Bottega dei vini, loro sede scaligera dal 2011. Il ristorante, condotto dall’oste Luca Nicolis (coadiuvato dal capo-sommelier Alberto Bongiovanni e dal cuoco Luca Dallavia), è fra i più antichi locali storici italiani, le cui radici risalgono nel XVI secolo, periodo della Serenissima Repubblica di Venezia. Allora si chiamava Osteria lo Scudo di Francia, nome che divenne Biedermeier con gli austriaci a Verona nel XVIII secolo, per approdare all’attuale nome nel 1890. La sua sconfinata carta dei vini, composta da 4.500 etichette, è stata premiata nel 2021 dalla rivista inglese “World of Fine Wine” come migliore carta dei vini di quell’anno, e da anni vede confermato il “Grand Awards” dalla rivista Usa “Wine Spectator”.
È effettivamente impressionante scendere in cantina, sotto ai locali, per farsi spazio nei corridoi stretti creati dalle bottiglie raccolte lungo i muri. Ancor più se ci si accorge che quella è solamente una parte del patrimonio di etichette in possesso alla Bottega del Vino, custodite anche altrove. Italia, Francia, Germania e qualche altro pezzo di Europa e oltre: le migliori selezioni del mondo qui trovano spazio, compresa - ovviamente - una presenza approfondita nello spazio e nel tempo delle etichette delle 13 cantine socie dell’associazione delle Famiglie Storiche (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato).
Le bottiglie, quest’anno, sono state straordinariamente ospitate nella cantina, godendo (non solo le etichette) del refrigerio del sottosuolo veronese: particolare da non sottovalutare viste le temperature preoccupantemente elevate che questo giugno 2022 sta registrando. Il leitmotiv che accompagna la scelta delle etichette è “l’ultima annata in commercio” per ognuna delle famiglie, e questo spiega - ancora una volta - la varietà di annate presenti alla degustazione. Decisione che rispetta sicuramente le diverse scelte stilistiche delle cantine, ma che può risultare difficile da gestire - se possiamo permetterci un appunto - se si vuole approcciare l’assaggio in chiave di confronto fra le 13 aziende (avendo sotto mano dettagli riguardanti l’andamento climatico dell’annata, le reazioni fenologiche della vite e le conseguenti scelte enologiche dei vignaioli in cantina). I vini nel bicchiere sono in ogni caso risultati tutti franchi e di una piacevole eleganza percepibile, al netto delle differenze di stile e di annata chiaramente percepibili, a conferma degli assaggi fatti per la monografia sull'Amarone uscita con I Quaderni di WineNews a febbraio di quest'anno.

Di seguito, gli assaggi della redazione di WineNews:

Allegrini, Amarone della Valpolicella Classico 2018
Vino dolce e succoso, che ha la frutta e l’incenso per protagonisti, insieme al sorso sapido.

Begali, Amarone della Valpolicella Classico Monte Ca’ Bianca Riserva 2017
Balsami boschivi ravvivano i profumi e il sapore dolce della frutta e delle spezie, e il loro incedere.

Brigaldara, Amarone della Valpolicella Case Vecie 2016
Si concede gradualmente, rivelando una composizione stratificata in bocca al gusto di ciliegia, aromatiche e pepe.

Guerrieri Rizzardi, Amarone della Valpolicella Classico Villa Rizzardi Riserva 2015
Ha bisogno di tempo per far giocare il suo lato dolce di frutta col lato più scuro di sottobosco, che poi si attardano aderenti in bocca.

Serego Alighieri, Amarone della Valpolicella Classico Vaio Armaron 2015
Decisamente intenso, con i toni dolci che invitano al naso e quelli balsamici che supportano il sorso dal finale pulito.

Musella, Amarone della Valpolicella Riserva 2016
Piccoli frutti rossi, melograno, spezie dolci, agrume e menta, infine lavanda: più si assaggia più si rivela goloso.

Speri, Amarone della Valpolicella Classico Sant’Urbano 2017
Prima la ciliegia, poi tutto il resto: un classico che non ne sbaglia una, coi suoi contrasti e le sue certezze.

Tedeschi, Amarone della Valpolicella Maternigo Riserva 2016
Scurissimo, sa di fiori essiccati e chinotto, che tornano al sorso, contrastati dalle erbe medicinali e dall’amarena.

Tenuta Sant’Antonio, Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2016
Intenso e drammatico, ha note terziarie che prendono il sopravvento sulla dolcezza, portando il sorso a chiusura.

Tommasi, Amarone della Valpolicella Classico Ca’ Florian Riserva 2013
Ciliegia, vaniglia, fiori di rosmarino e cioccolato: impronta dolce e aderente, che lascia le labbra salate.

Torre d’Orti, Amarone della Valpolicella 2018
Lampone e uva spina ne fanno un vino chiaro, vivissimo e appuntito che scorre centrale, agrumato e sapido.

Venturini, Amarone della Valpolicella Classico 2017
Tanta dolcezza senza stuccare, nasconde una vena fresca quasi impercettibile che trasporta more, ciliegie, muschio e mineralità.

Zenato, Amarone della Valpolicella Classico Sergio Zenato Riserva 2016
Con l’immancabile carattere balsamico che regge una struttura densa di gusto e profumi, cacao fondente compreso.

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