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DALLA “PRIMA” A VENARIA

Alta Langa, verso l’aumento di ettari e produzione, trainato dal +67% di vendite 2022

È un crescendo continuo di qualità, numeri e passione a testimoniare il successo delle “Alte Bollicine Piemontesi”, primo Metodo Classico d’Italia

È un crescendo continuo, negli ultimi anni, di qualità, numeri e passione a raccontare il successo dell’Alta Langa Docg. Una scommessa vinta da quando, all’inizio degli anni Novanta, le prime sette case produttrici pioniere - Cinzano, Contratto, Fontanafredda, Gancia, Martini & Rossi, Riccadonna e Banfi, ndr - unirono le forze con i viticoltori locali per creare un Metodo Classico, il primo della storia prodotto in Italia, in grado di rappresentare l’orgoglio enologico del Piemonte. Quel “patto tra gentiluomini” sta ormai dando i suoi frutti, dopo anni di sperimentazione e l’ottenimento della Doc nel 2002 e della Docg nel 2011 (retroattiva al millesimo 2008). Gli ettari vitati sono oggi 378, su un territorio che comprende 149 Comuni tra Asti, Alessandria e Cuneo, ai quali nei prossimi anni si aggiungeranno altri 220 ettari, con la produzione delle oltre 60 case spumantiere del Consorzio Alta Langa che, nella vendemmia 2022, ha raggiunto i 3 milioni di bottiglie, ed aumenterà in proporzione, trainata dal +67% di vendite 2022 sul 2021, con una quota export del 10% che non può che crescere ancora, mentre il restante è destinata al mercato italiano, in entrambi i casi cavalcando l’onda del grande amore per le bollicine italiane. Ma anche continuando a legarsi come sta facendo, con le eccellenze della sua terra, a partire dal Tartufo Bianco d’Alba, con il design piemontese, con il calice “Terra” progettato da Italdesign nel solco di una lunga collaborazione iniziata con il maestro Giorgetto Giugiaro, e con l’importante patrimonio culturale del Piemonte, a partire dalle “Cattedrali Sotterranee” di Canelli, oggi Patrimonio Unesco con le Langhe, Roero e Monferrato, dove viene prodotto.
Spumante storico del Piemonte, l’Alta Langa Docg custodisce un’importante eredità: quella di essere il primo Metodo Classico prodotto in Italia, fin da metà Ottocento, dai vitigni francesi Pinot Nero e Chardonnay, in purezza o insieme in percentuale variabile e con lunghissimi tempi di affinamento sui lieviti di almeno 30 mesi, esclusivamente millesimato, e cioè frutto di un’unica vendemmia che riporta sempre in etichetta, sul modello dello Champagne e del metodo champenoise “esportati” dai fratelli Gancia, aprendo la strada a molti altri produttori del territorio già nel primo Novecento.
A sancire il successo delle “Alte Bollicine Piemontesi”, è stata un’edizione “regale” de “La Prima dell’Alta Langa” 2023, di scena, nei giorni scorsi, nella cornice d’eccezione della Reggia di Venaria a Venaria Reale, a Torino, altro “gioiello” Unesco del Belpaese. I 60 produttori dell’“Anteprima” n. 5, con più di 140 diverse cuvée in degustazione, dal millesimo più recente tra quelli in commercio, il 2019, a quelli più risalenti come il 2006, di fronte ad un pubblico composto in larga parte da operatori horeca (90%) e giornalisti (10%), per un totale di 2.000 persone accreditate all’evento, sold out già alcuni giorni prima e con una lunga lista d’attesa, hanno registrato un “palpabile l’entusiasmo legato alle “Alte Bollicine Piemontesi” - commenta la presidente del Consorzio Alta Langa, Mariacristina Castelletta - e con i loro vini e la loro passione hanno saputo far innamorare gli ospiti della nostra Denominazione, da parte di un pubblico che ha potuto sperimentare l’altissimo profilo dell’Alta Langa Docg in un luogo come la Galleria Grande della Reggia di Venaria, dove l’eccellenza del Piemonte è stata messa in rilievo alla perfezione”.Con le masterclass che, guidate dal sommelier Davide Buongiorno, hanno messo in rilevo il lungo affinamento dello spumante Metodo Classico del Piemonte, permettendo di scoprire a fondo la Denominazione ed apprezzare la grande longevità e piacevolezza dell’Alta Langa.
Un’eredità, quella del primo Metodo Classico italiano, che si ritrova nell’Alta Langa Cuvée 120 Mesi Riserva Brut 2006 dei Fratelli Gancia, e nell’Alta Langa Cuvée Aurora 100 Mesi Riserva Zero 2012 di Banfi, nell’Alta Langa Ispiro Riserva Brut 2018 di Bosca, nell’Alta Langa Pas Dosé 2011 di Giulio Cocchi, negli Alta Langa For England Blanc de Noirs Zero 2018 e For England Rosé Zero 2018 di Giuseppe Contratto, e negli Alta Langa Limited Edition Brut 2019, Blanc de Blancs Extra Brut 2019 e Contessa Rosa 60 Mesi Riserva Brut 2017 da Fontanafredda. E che è portata avanti nella qualità da etichette come l’Alta Langa San Bartomè Extra Brut 2019 di Anna Maria Abbona, e l’Alta Langa Rosé brut 2018 di Brandini, l’Alta Langa Brut 2017 di Bera, e negli Alta Langa Luigi Coppo Brut 2019 e Riserva Coppo Extra Brut 2017 Coppo, nell’Alta Langa Blanc de Blanc Riserva Zero 2016 di Ettore Germano, e negli Alta Langa Millesimo2Mila19 Extra Brut 2019 e BlancDeBlancs Zero 2019 di Marcalberto, così come nell’Alta Langa Psea zero 2016 di Pecchenino e nell’Alta Langa Airali Brut 2018 della Tenuta Carretta, passando per l’Alta Langa VinumVitaEst Brut 2019 di Terre di Barolo, dall’Alta Langa Brut 2019 di Sara Vezza, dall’Alta Langa Blanc de Noir Brut 2019 di Casa E. di Mirafiore, e dall’Alta Langa Cinquecento Brut 2018 di Vite Colte. Ma anche nella capacità di invecchiamento dell’Alta Langa Zero 140 2009 di Enrico Serafino e nel lungo affinamento dell’Alta Langa Riserva Giulio I - 100 Mesi Extra Brut 2012 di Tosti 1820.
Tornando a guardare al futuro, sono diverse le iniziative che il Consorzio sta portando avanti, come il progetto “Alta Langa Docg: anima di un territorio”che coinvolgerà alcuni tra i più importanti sommelier di Torino, Milano e Genova. Queste le prime tre tappe di un viaggio nel quale l’Alta Langa si racconterà nella sua vocazione di “vino gastronomico” in abbinamento alle specialità dei cuochi delle trattorie storiche delle terre alte di Langa. Seduti attorno ad un tavolo, in un clima conviviale di scambio e confronto, gli ospiti di questi eventi saranno guidati alla scoperta delle Alte Bollicine Piemontesi e dei sapori più autentici dell’Alta Langa e incontreranno alcuni degli osti più rappresentativi dello spirito di questo territorio, al fianco del Consorzio Piemassimo Cirio (Trattoria Madonna della Neve, Cessole), Gemma Boeri (Osteria da Gemma di Roddino) e Vilma Forneris (La Vecchia Osteria di Castellino Tanaro). “A fronte della crescita della Denominazione, il Consorzio prosegue la sua assunzione di responsabilità verso il territorio di origine e allo stesso tempo adotta delle azioni a più ampio raggio che permettano di far conoscere l’autenticità e la bellezza dell’Alta Langa attraverso la chiave di lettura gastronomica, coinvolgendo in questo viaggio le osterie storiche delle terre alte”, spiega il direttore Consorzio Alta Langa, Paolo Rossino.
Nella scelta di queste mete gastronomiche c’è anche un valore di sostenibilità. Ciò che il Consorzio intende condividere con gli appassionati, nelle atmosfere sabaude come in una terrazza in cui si respira il profumo del mare, è il senso di benessere, di piacere, di appagamento che regalano le migliori bollicine italiane.

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