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ALLA PROVA DEL CALICE

“Amarone Opera Prima”: la straordinaria edizione estiva del 2022 presenta in anteprima l’annata 2017

Siccità e calore hanno portato a maturazione anticipata grappoli sani ma con alto tenore zuccherino, dando vini strutturati e percettivamente alcolici

La siccità dell’annata 2017, c’era da aspettarselo, si è fatta sentire anche in Valpolicella e nel suo vino principe, spesso caratterizzato da gradazioni alcoliche importanti, non sempre adeguatamente integrate. All’edizione dell’anteprima 2022 “Amarone Opera Prima”, di scena straordinariamente a giugno - fra i più caldi e siccitosi dell’ultimo decennio almeno - il Consorzio di tutela dei Vini della Valpolicella ha presentato l’annata 2017 di 39 aziende, sfidando un tabù che difficilmente rendeva accostabile un vino così corposo alle temperature estive. Ma il Covid-19 e le sue restrizioni invernali hanno rimescolato le carte e reso accessibili orizzonti che fino ad oggi erano rimasti inesplorati. Complice un servizio riorganizzato e ineccepibile, i vini si sono potuti assaggiare a temperatura ideale, valutandone le caratteristiche senza eccessi di freddo o di caldo.
Ma non basta: il mese di giugno ha permesso anche di vivere spazi aperti, come il Giardino Giusti a Veronetta, cornice della cena di gala, o di considerare ambientazioni nuove, come l’incantevole dimora patrizia del settecento di Palazzo Verità-Poeta, dove si sono tenute le due masterclass in programma (di cui una, quella di accostamento cibo-vino, prossimamente racconteremo, poiché particolarmente interessante da molteplici punti di vista, e che ha visto l’Amarone sottoporsi ad uno stress test encomiabile. Deliziati dai piatti del bistellato chef Nicola Portinari del ristorante La Peca di Lonigo e sotto la supervisione del Consorzio, quattro macro stili di Amarone sono stati accostati a quattro piatti ispirati ai principali mercati export della denominazione: Sud-Est Asiatico, Nord America, Scandinavia e Centroeuropa. Una masterclass che ha centrato il bersaglio: scomporre abbinamenti scontati per immaginare percorsi creativi e alternativi, non necessariamente confortevoli, ndr). Infine, rileggendo in modo più ampio e completo il legame del vino al suo territorio, non solo dal punto di vista pedo-climatico, ma anche antropologico e culturale, l’Anteprima Amarone 2022 si è potuta accostare all’apertura dell’Arena di “Verona Opera Festival” n. 99, avviata con “L’Aida” di Giuseppe Verdi, messa in scena con lo straordinario allestimento ideato da Franco Zeffirelli. Un’edizione estiva che ha, in sostanza, permesso di vivere Verona e la sua valle del vino a 360 gradi.
Valle del vino che dimostra di essere, oltretutto, in perfetta forma. Diciannove comuni per quasi 8.600 ettari di vigna, una produzione che nel 2021 si è attestata a 73,6 milioni di bottiglie per un valore alla produzione - misurata da Nomisma Wine Monitor - di 500 milioni di euro, di cui quasi la metà relativi alle vendite di Amarone. La Valpolicella si conferma non solo una delle principali denominazioni rossiste italiane ma anche tra le più in salute alla prova dei bilanci. Lo dice l’analisi presentata da Funzione Studi e Ricerche del Banco Bpm per il Consorzio di tutela dei Vini della Valpolicella, che ha confrontato le performance del territorio scaligero sullo scenario nazionale del settore. Dai risultati economici emerge come le imprese della Valpolicella siano tra le più performanti in termini di liquidità, di minor indebitamento e di miglior sostenibilità del debito anche nell’anno-Covid 2020: l’utile netto registrato dalle imprese della Valpolicella si è attestato, infatti, al 6,4%, contro una media dello 0,4% del segmento premium e un patrimonio netto nettamente superiore (54,7% vs 43%).
Tornando alla kermesse e alle sue location, è rimasta invece invariata nella solenne Gran Guardia che affaccia su Piazza Bra, la consueta degustazione tecnica e la degustazione ai banchi con i produttori, anticipate dalla conferenza inaugurale dove è stato presentato anche il report di andamento climatico riferito all’annata 2017, fra le più calde dei lustri recenti dopo il 2015, il 2011 e il 2009. Caratterizzato da un inverno dal clima caldo con scarse precipitazioni, seguito dalle gelate tardive di aprile (che, però, in Valpolicella hanno provocato danni contenuti, grazie soprattutto al sistema di allevamento a pergola, che pone i grappoli ad altezze vicino ai due metri, meno inclini a superare lo zero termico), il 2017 è trascorso con temperature elevate lungo tutto lo sviluppo fenologico della pianta (soprattutto a giugno ed agosto) anticipando la fase di germogliamento, di fioritura e, di conseguenza, anche di vendemmia, avvenuta 10 giorni prima del solito, verso il 4 settembre. Ne sono risultati grappoli con meno acido malico e più tenore zuccherino, ma straordinariamente sani, che hanno prodotto vini decisamente caldi, ma anche strutturati, complessi e intensi nei profumi e dal colore vivo, capaci di affrontare il lungo appassimento a cui sono sottoposti per diventare Amarone. Non sempre il grado alcolico è riuscito ad amalgamarsi in modo armonico con il patrimonio di polifenoli, antociani e di residuo zuccherino presenti nel bicchiere, risultando scomposto e con sensazioni di bruciore e secchezza al palato e note amaricanti. Nel complesso si percepisce, però (e lo confermano gli assaggi fatti per la monografia sull'Amarone uscita a febbraio 2022 con I Quaderni di WineNews), la volontà dei produttori di continuare per la strada - intrapresa da qualche anno - dell’“alleggerimento” dell’Amarone, vino già di per sé ricchissimo di estratto secco, che liberato da insistenze enologiche ridondanti, acquisisce maggior bevibilità e scorrevolezza.

Di seguito, i migliori assaggi della redazione di WineNews:

Massimago, Amarone della Valpolicella 2017 (campione da botte)
Elegante di agrumi e fiori rossi, ha una solarità gustativa molto piacevole, che scorre sapida e lievemente amaricante.

Secondo Marco, Amarone della Valpolicella 2017 (campione da botte)
Intenso ed appuntito allo stesso tempo, trova nell’agrume la freschezza di sorso che ne muove la dolcezza.

Ca’ la Bionda, Amarone della Valpolicella Classico Ravazzol 2017
Vino caldo e dai profumi complessi, in bocca scorre sulla freschezza dei frutti rossi croccanti e delle erbe aromatiche.

La Collina dei Ciliegi, Amarone della Valpolicella Ciliegio 2017
Nomen omen: aderente ma vivace, ha una lunga vena sapida che bilancia la dolcezza e il calore della ciliegia, marcatore prevalente.

Pasqua, Amarone della Valpolicella Famiglia Pasqua 2017
Uno scheletro vegetale, fresco e balsamico, accompagna il sorso dolce, caldo e fermamente speziato.

Bertani, Amarone della Valpolicella Valpantena 2017
Vino dei contrasti, dei chiaro-scuri: fragole e sottobosco, scorrevolezza e aderenza, leggerezza e profondità.

Bolla, Amarone della Valpolicella Classico Le Origini Riserva 2017
Croccante e setoso, decisamente fruttato, ma senza eccedere nella dolcezza, cede molto calore a fine sorso.

Monteci, Amarone della Valpolicella Classico 2017
Rotondo in apertura, slanciato nello sviluppo: profumo di ribes, ciliegia, vaniglia e sottobosco a ricamo.

Monte Zovo, Amarone della Valpolicella 2017
molto profumato e molto gustoso, carico di frutta rossa e note mentolate, che si accompagnano al sorso dolce con accenni sapidi

Rocca Sveva, Amarone della Valpolicella Riserva 2017
Un naso intenso e concentrato di frutta rossa e spezie, trova inaspettata scorrevolezza mentolata e sapida in bocca.

Sartori, Amarone della Valpolicella Classico Reius 2017
Note dolci, ematiche e agrumate si ritrovano anche nel sorso deciso e sapido, dal tannino ancora un po’ ruvido.

Costa Arènte, Amarone della Valpolicella Valpantena 2017
Un vino intenso, denso di profumi e pieno nel sorso, che trova sollievo nella vena mentolata e nel finale saporito.

Salvaterra, Amarone della Valpolicella Classico 2017
Classico nei profumi fruttati, lascia un senso di iodio che si muove bene in bocca, alternando aderenza a freschezza.

Santa Sofia, Amarone della Valpolicella Classico 2017
La dolcezza della caramella di ciliegia e fiori di sambuco si aggiungono all’agrume e alla menta nel sorso caldo ma sapido

Menzione speciale (assaggi fuori Anteprima e di vecchie annate):

Villa Spinosa, Amarone della Valpolicella Classico Guglielmi di Jago “20 anni” 1998
Vino profondo e vivo, succoso e perfettamente equilibrato in bocca, stratificato nei profumi che concede lentamente.

Romano dal Forno, Amarone della Valpolicella 2003
Impenetrabile e concentrato, è un vino di terra, materico in bocca, dove trova una scorrevolezza pepata inaspettata.

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