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Anche il Vaticano, sul vino, ha il suo “disciplinare”. Almeno per quello per le celebrazioni. Che deve “essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato” … le curiosità nella lettera ai Vescovi della Congregazione per il Culto Divino

Anche il Vaticano, in quanto a vino, ha il suo “disciplinare”. Non di produzione, però, ma riguardo a quello utilizzato per le celebrazioni. Un segno dei tempi, che hanno spinto la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, su incarico di Papa Francesco, a ribadire alcune regole, poiché “mentre finora sono state, in genere, alcune comunità religiose a prendersi cura di confezionare il pane e il vino per la celebrazione dell’Eucarestia, oggi questi si vendono anche nei supermercati, in altri negozi e tramite internet”.
E così, dunque, si legge nel documento (https://goo.gl/ccYwm9) se il pane deve essere azzimo e solo di frumento, le ostie devono contenere almeno un po’ glutine (salvo eccezioni motivate), e sono contemplati anche gli Ogm, “il vino utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico - si legge nella lettera inviata dalla Congregazione ai Vescovi - deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee. Con la massima cura si badi che il vino destinato all’Eucaristia sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto. È assolutamente vietato usare del vino, sulla cui genuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti. Non si ammetta, poi, nessun pretesto a favore di altre bevande di qualsiasi genere, che non costituiscono materia valida”.
Richiesta, ovviamente, una grande rettitudine morale da parte dei produttori, poiché “quanti confezionano il pane e producono il vino per la celebrazione devono nutrire la coscienza che la loro opera è orientata al Sacrificio Eucaristico e ciò domanda loro onestà, responsabilità e competenza”.
Nella lettera, come in ogni buon disciplinare che si rispetti, è stabilito anche chi debba svolgere i controlli. e della sua conveniente distribuzione e vendita.
“Si suggerisce, ad esempio, che una Conferenza Episcopale possa incaricare una o più Congregazioni religiose oppure altro Ente in grado, di compiere le necessarie verifiche sulla produzione, conservazione e vendita del pane e del vino per l’Eucaristia in un dato Paese e in altri Paesi in cui vengano esportati. Si raccomanda anche che il pane e il vino destinati all’Eucaristia abbiano un conveniente trattamento nei luoghi di vendita”.

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