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TRADIZIONI

Anche le api di Buckingham Palace avvertite della morte della Regina Elisabetta

Tra le pieghe del protocollo, anche un’antica tradizione anglosassone: condividere con le api nascite e morti per non farle scappare

Ieri la Gran Bretagna e il mondo intero hanno dato l’ultimo saluto alla Regina Elisabetta II, che, nei 70 anni del suo Regno, ha segnato in maniera indelebile il corso della storia britannica e mondiale. Si chiude così anche l’ultima appendice del XX secolo, breve secondo Hobsbawn, ma lunghissimo se osservato da Buckingham Palace, dove la modernità, in un labirinto di usanze, regole, tradizioni e protocolli, ha fatto sempre fatica ad entrare.
Non sorprende, invece, che una tradizione antica, quasi del tutto dimenticata, sia entrata nel protocollo ufficiale che ha scandito le priorità degli ultimi giorni: l’apicoltore reale, John Chapple, che, da 15 anni, si occupa delle cinque arnie di Buckingham Palace e delle due di Clarence House, da cui viene prodotto il miele usato dagli chef della Famiglia Reale per i dolci e le altre preparazioni, il giorno successivo alla triste notizia ha informato le api della morte della Regina, dando un colpetto sulle arnie e cingendole poi con un nastro nero, in segno di lutto.
Una stravaganza, si potrebbe pensare. Ma non è proprio così. L’usanza, come ha raccontato l’esperto di api e folklore Mark Norman al MailOnline, “è molto antica e radicata, anche se non molto conosciuta. Tra Settecento e Ottocento si credeva che le api dovessero essere informate degli eventi più importanti che accadevano nella famiglia, in particolare delle nascite e delle morti: è una pratica che ancora oggi è diffusa in particolare nel Regno Unito, ma si trova anche negli Stati Uniti e in altri paesi europei.
Secondo la tradizione, non far sapere alle api della morte del loro padrone avrebbe portato grosse sfortune o calamità: gli insetti avrebbero smesso di produrre il miele, avrebbero lasciato l’alveare oppure addirittura si sarebbero lasciati morire, i
n segno di lealtà verso la persona che in precedenza si era presa cura di loro”, dice ancora Norman.

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